Risposta a Twitter: Caro Cosimo...
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Gentile Cosimo Tomaselli, ho letto la sua reazione al mio articolo sul caso dell’attivista saudita Wajeha al-Huwaider, a suo dire un personaggio irrilevante e insignificante che si occupa di questioni altrettanto irrilevanti e insignificanti quali il diritto di guidare. Le consiglierei un viaggio in Arabia Saudita. Attenzione, prima di partire si ricordi di non portarsi una bottiglietta di vino italiano perché potrebbe avere brutte sorprese. Una banale bottiglia di vino? Già. Se per caso, ma non credo, portasse una croce al collo ricordi di togliersela perché anche in quel caso potrebbe finire in carcere. Se poi una volta arrivato volesse prendersi un caffè con una “insignificante” donna saudita ebbene non lo faccia a meno che non si tratti di una sua parente. Altrimenti altre brutte sorprese. In caso si recasse in quel paese con sua moglie o con la sua fidanzata si ricordi di farle indossare un bel velo altrimenti potrebbe avere altre brutte sorprese. Infine, immagini di essere una donna saudita e di morire in un incendio perché i soccorritori sono uomini e non possono toccare una donna estranea alla loro famiglia. Questo è già accaduto. Se poi ciò non bastasse immagini di essere una donna saudita e non potere ottenere la carta di identità senza previo consenso del proprio “guardiano”. Ma forse queste sono solo sciocchezze, non sono problemi. In fin dei conti si tratta solo di donne o di persone. In fin dei conti si tratta solo di esseri umani come me e come lei.