Anniversario di una strage
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Trentacinque anni fa, nel nostro Paese entrava in vigore la Legge 194, l’aborto era consentito dalla legge.
22 maggio 1978 - Approvata la legge 194 sull'aborto che consente di evitare il referendum. Sentenza n. 69/78 con cui la Corte costituzionale annulla l'ordinanza della Cassazione che aveva escluso l'art. 5 della legge Reale dal referendum.
17 maggio 1981 referendum per l'abrogazione della Legge 194 - Solo il 32% degli italiani voterà SI all'abrogazione.
Gli anniversari sono sempre utili, servono per fare bilanci, per guardarsi alle spalle e correggere quello che non va, per guardare al futuro e cercare di fare meglio.
Ma la Legge 194 è intoccabile. Una legge che nelle intenzioni di chi la votò, a destra e a sinistra, doveva salvare le donne da l’aborto clandestino, doveva fare in modo che quelle che erano le cause che costringevano le donne ad abortire, venissero rimosse. “Io non lo farò mai, ma come impedire ad altre donne di farlo” tante volte lo abbiamo sentito ripetere.
"Ripartiamo da 32" titolò un giornale dell’epoca (Il Sabato ndr) 32% erano gli italiani che nel 1981 avevano votato SI al referendum per l'abrogazione della legge 194.
Pochi.
L’ideologia aveva vinto.
Sono passati 35 anni, sono sei milioni i figli non nati, e c’è un tabù intorno a questa legge che impedisce che si parli del dolore delle donne che hanno abortito, ogni tanto qualche medico che ha praticato aborti e poi ancora aborti, getta la spugna, non ce la fa più a fingere che quello che viene estirpato dal utero della donna sia un “non figlio”, ma l’ideologia che vede questa legge come uno strumento di libertà per le donne è dura a morire.
Forse qualcosa si muove, qualcuno comincia a dire che un mondo migliore non è possibile dove i più deboli non hanno voce, e chi c’è di più debole di quel figlio che dipende in tutto e per tutto dalla volontà di sua madre?
UNO DI NOI – L’embrione è uno di noi, ma non è detto che gli sia data la possibilità di vedere la luce, di guardare al futuro, di nascere e crescere, di essere quel essere unico e irripetibile che ogni figlio è.
Non si costruisce un mondo migliore se non si aiutano le donne ad affrontare la vita, se non si sa accogliere e custodire un figlio, se non si costruisce una società che anziché eliminare, il debole, il malato, l’anziano, sia in grado di sostenere la fatica di tutti i suoi componenti. Tutti vogliono un mondo migliore, tutti inneggiano alla libertà, ma la libertà si costruisce a partire da noi, dalla nostra capacità di accogliere, amare, educare gli uomini e le donne di domani.
Un pensiero speciale vorrei riservare a voi, donne che avete fatto ricorso all'aborto. La Chiesa sa quanti condizionamenti possono aver influito sulla vostra decisione, e non dubita che in molti casi s'è trattato d'una decisione sofferta, forse drammatica. Probabilmente la ferita nel vostro animo non s'è ancor rimarginata. In realtà, quanto è avvenuto è stato e rimane profondamente ingiusto. Non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto, ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua verità. Se ancora non l'avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. Vi accorgerete che nulla è perduto e potrete chiedere perdono anche al vostro bambino, che ora vive nel Signore. Aiutate dal consiglio e dalla vicinanza di persone amiche e competenti, potrete essere con la vostra sofferta testimonianza tra i più eloquenti difensori del diritto di tutti alla vita. Attraverso il vostro impegno per la vita, coronato eventualmente dalla nascita di nuove creature ed esercitato con l'accoglienza e l'attenzione verso chi è più bisognoso di vicinanza, sarete artefici di un nuovo modo di guardare alla vita dell'uomo. (Giovanni Paolo II - Evangelium Vitae, n. 99)
Al termine del Regina Coeli del 12 maggio papa Francesco ha salutato i partecipanti alla Marcia per la vita e ha esplicitamente sottolineato l’importanza della raccolta firme che si tiene in molte parrocchie italiane “Uno di noi”, per sostenere l’iniziativa europea che garantisca «protezione giuridica all’embrione, tutelando ogni essere umano sin dal primo istante della sua esistenza».