«Omosessuale, mi batto contro la legge sul matrimonio gay»
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

Cosa pensano gli omosessuali della Legge Taubira? Sono tutti favorevoli? Oppure anche molti di loro si sono resi conto che questo assurdo progetto non ha nulla a che vedere con i loro diritti o con le loro esigenze?
“Buongiorno a tutti, mi chiamo Jean-Pier Delaume-Myard. Sono il portavoce del Collettivo HomoVox, che permette di esprimersi agli omosessuali contrari alla Legge Taubira.
Come omosessuale, sin dall’inizio del mio impegno in questa battaglia, ho dichiarato che non mi batto per una comunità, per un gruppo, non mi batto per il “comunitarismo”, che detesto, io mi batto per la mia anima e per la mia coscienza, e perché ogni bambino possa avere un padre e una madre.
Se fossi stato eterosessuale, mi sarei battuto comunque al vostro fianco, cioè dalla parte della ragione.
Il mio impegno non ha nulla a che vedere con il mio orientamento sessuale.
Io mi batto, perché se si ha un minimo di compassione, e utilizzo non a caso questo termine, per l’essere umano, non si può assolutamente accettare di privare un bambino dei suoi fondamentali punti di riferimento.
Ho scelto di impegnarmi, perché se nei prossimi vent’anni dovessi incrociare un giovane uomo, o una giovane donna, cresciuti da coppie di persone dello stesso sesso, non voglio che essi possano accusarmi di non aver lottato per impedire che fosse loro indebitamente negata la possibilità di avere un padre ed una madre!
Mi batto, perché non voglio che il mio disimpegno possa avere la conseguenza di privare un bambino dell’affetto di una madre, e perché non voglio un giorno dover rispondere ad un bambino che mi domanderà chi è sua madre, e mi chiederà spiegazioni sulla sua identità.
Inoltre, mi batto perché non può essere una parte, una maggioranza o una minoranza di militanti di associazioni gay a decidere che sia creato il “diritto al bambino”, e creati quindi degli orfani di padre o di madre, perché ciò non ha niente a che vedere con il progresso o la civilizzazione.
Mi batto, perché dopo questi mesi tutti abbiamo capito che la legge Taubira non è che l’inizio della strada che porta alla PMA e alla GPA, e perché questa legge in realtà non ha nulla a che vedere con gli omosessuali, non è stata reclamata né voluta dagli omosessuali.
Le persone, e non mancano di certo, che sono state ingannate da media, complici di questo prossimo genocidio sociale, ci dicono - e ci diranno - che noi oppositori della legge abbiamo perso. Ma non siamo noi ad aver perso.
È la democrazia che ha perso, laddove il potere ha mentito e ha rifiutato di riconoscere davanti alla Nazione le cifre reali delle persone scese in strada per protestare. Laddove il potere ha rifiutato di prendere in considerazione le oltre settecentomila firme presentate all’Assemblea parlamentare. È la democrazia che ha perso, visti i sondaggi che mostrano come il 67% dei francesi non voglia la Legge Taubira.
Sono i bambini che hanno perso, quei bambini che saranno inesorabilmente privati del padre o della madre. Privati di una discendenza reperibile, conoscibile, privati del loro albero genealogico.
Sono coloro che stavano pazientemente aspettando di adottare un bambino che hanno perso. Quelle numerose coppie per le quali l’adozione è un processo già lungo e difficile, per loro sarà praticamente impossibile. Molti paesi (nei quali si trovano i bambini da adottare) hanno, infatti, dichiarato che l’approvazione della Legge Taubira chiuderanno le porte alla Francia e alle coppie francesi.
Sono gli omosessuali che hanno perso. Questa legge è omofobia, sottolineo, questa legge Taubira, non coloro che scendono in strada per opporvisi. Siamo noi omosessuali ad aver perso, perché i socialisti hanno voluto trasmettere un’immagine di diversità di trattamento giuridico che non ha invece fondamento. Gli omosessuali non hanno bisogno di mettere ai propri rapporti sentimentali l’abito del matrimonio.
Per quanto un testo normativo che attribuisca tutele il materia di alloggi e sanità potrebbe essere auspicabile, di certo non serve a nulla questa manipolazione legislativa determinata da un gruppo di settari sindacalizzati e manipolati.
Il desiderio di un bambino, e io lo so, è una realtà sincera e dolorosa, ma noi omosessuali non dobbiamo comunque domandare alla società di trasformare la realtà artificialmente.
Noi cittadini, uomini e donne di ragione, noi vogliamo combattere la battaglia in favore dell’Uomo. I bambini non possono essere ridotti ad una merce, gli embrioni umani non sono materiale da laboratorio, come vogliono affermare vergognosamente i governanti socialisti. Noi cittadini, uomini e donne di ragione, omosessuali o eterosessuali non importa, continuiamo e continueremo il nostro cammino di protesta.
La questione non è la nostra sessualità, ma la responsabilità che deriva dal fatto di essere esseri umani. Uomini che vogliono lasciare in eredità alle prossime generazioni un’Umanità con la U maiuscola. Non un’umanità ridotta a bene commerciale, o oggetto del desiderio e dei capricci di chicchessia, come sostiene Pierre Bergé: “Affittare il proprio ventre per vendere un bambino, o affittare le proprie braccia per lavorare nell’industria, qual è la differenza?”.
La sinistra vuole da sempre il monopolio del cuore, sui buoni sentimenti. In realtà la GPA creerà una discriminazione sociale che spoglierà uomini e donne della loro integrità, una discriminazione che colpirà i più deboli. Deboli culturalmente ed economicamente.
Signor Presidente della Repubblica, avete accettato di riceverci qualche mese fa. La sera della vostra elezione, il 6 maggio scorso, avete dichiarato di voler essere giudicato sul vostro impegno circa la giustizia e i giovani.
Rispettate questo impegno! Siate il Presidente della giustizia e dei giovani. Giustizia per un bambino significa diritto alla filiazione. Date l’opportunità a tutti i bambini di avere una bussola solida con la quale muoversi in questa società così dura.
Signor Presidente, a nome delle generazioni future, in nome dell’integrità morale della Francia, non promulgate questa legge!”.