In Africa si chiamano ‘bambini soldato’ , ad Aleppo li chiamiamo ‘combattenti’
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Nessun commento dei media sul video del bambino soldato di Aleppo che chiamano ‘combattente’. Dicono: bisogna capire , è rimasto senza genitori, ma non mi sembra una buona ragione per dargli un kalashnikov e mandarlo a fare la guerra civile. Non basta cambiare le parole per non vedere l’orrore di tutto ciò. Come si può arrivare a tali bassezze, a tali vili espedienti per far passare nelle menti assuefatte della gente anche questo? Nella nostra bella Italia si insegue e si inorridisce per Grillo mentre si seppelliscono cadaveri nel giardino di casa.
Vedo la stessa cosa anche su Avvenire: … ma perché? Perché sentono il bisogno di sfocare digitalmente i lineamenti della faccia del bambino ma poi non danno nessun commento alla notizia, perché se qualcosa non coincide con la propria visione delle cose non esiste? Io sono persuaso che questo atteggiamento è sempre più comune nelle circostanze non strettamente legate al fatto religioso: quando si tratta di giudizio sulla realtà spesso prevale una caricatura di essa, senza rispetto né devozione.
E’ questa l’immagine più brutale che questa guerra in questi giorni ci ha ‘regalato’, brutale anche per l’indifferenza e l’atteggiamento occidentale che di fronte alla distruzione più completa di un intero popolo, discute solo se mandare o meno nuove armi e più potenti armi.
Ma al di là dei sillogismi una terza via c’è ed è quella del bene, che il Papa ha gridato forte ieri: le sofferenze ed il sangue versato chiedono la pace e c’è solo la via della soluzione politica.
In Siria esempi di pace e metri di terra redenta e riconciliata ci sono ancora e sono esempi a cui guardare: sono tutte quelle realtà che offrono come possono, sempre con maggiore difficoltà aiuto e sostegno ai profughi ed ai bambini come il ‘bambino combattente’. E’ questo il vero esempio di carità ed umanità nuova e non è vero che lo scempio e la rovina, sia inevitabile. Anche un bambino orfano può trovare nuovi padri, se questi padri guardano qualcosa che dia una speranza più grande della vendetta e della sopraffazione. A molti sembra essere sfuggito.