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Dedicato al don Abbondio che scrive sui giornali!

Fonte:
CulturaCattolica.it

Profetica l’Apocalisse! In una pagina memorabile così descrive la nostra tragica storia: «Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita. Allora la terra intera presa d’ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo: “Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?”. Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d’orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. L’adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello immolato […] Vidi poi salire dalla terra un’altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.» [Apoc 13, 1-7. 11-18 ]
A volte sembra proprio che parli di noi, del nostro tempo, delle nostre contraddizioni, di quella cultura che si permette di affermare, per raccontare di una pubblicazione blasfema, contro il Papa e contro Nostro Signore: «Perché si realizzano opere contro la religione? Perché è divertente!» Degrado terribile, bestiale e disumano, tra l’altro presente in chi si straccia le vesti se qualcuno osa offendere l’islam, con vignette certamente stupide e volgari. Ma se il criterio che giustifica una pubblicazione offensiva dei valori e dei principi di qualcuno è che chi fa questo lo fa «Perché è divertente!», in nome di che cosa condanneremo chi stupra le donne? Chi butta i sassi dai cavalcavia sulle auto?
No, ci vuole un sussulto di dignità, anche in chi fornisce le notizie su quanto accade! E dobbiamo notare che questa notizia disgustosa è stata subito rimossa da tutti i siti internet, e che chi usa Twitter, di fronte a questo racconto, si è ben guardato dal riprenderlo e giudicarlo. Altrove abbiamo scritto che «uno il coraggio non se lo può dare», come affermava don Abbondio. Che sia venuto il tempo della fine dei don Abbondio che riempiono le redazioni dei giornali? Ce lo auguriamo di cuore!

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