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Quella croce che “può avere forme molto diverse”

Autore:
Paniccia, Antonella
Fonte:
CulturaCattolica.it

GRANDE, Papa Benedetto! Immenso nella sua umiltà, dopo uno straordinario pontificato annuncia al mondo che non potrà più essere il timoniere della barca di San Pietro. Solo una grande libertà d’animo poteva consentire un simile annuncio, solo un infinito affetto verso la Chiesa poteva fargli ringraziare i fratelli per il loro amore nel condividere il lavoro ecclesiale e chiedere perdono ”per tutti i suoi difetti”. Proprio lui, il Papa che ha sfidato le logiche scellerate del mondo con la schiettezza della sua parola, con l’annuncio limpido del Vangelo, lui che non si è mai conformato alla mentalità del mondo. Come profeta non accolto nella sua patria, straniero in questo mondo, impudicamente schernito e beffeggiato sui media…Non ha sottratto il volto agli sputi, né il dorso ai flagellatori…Quanti di noi dovranno ora interrogarsi? Certo, il Papa è anziano e, come egli stesso dice, per svolgere il suo ministero “è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo”. Ma potrà questa considerazione lenire la nostra smisurata nostalgia? Potrà placare i nostri interrogativi? L’annuncio del Papa ci addolora, ci lascia sgomenti, ”come pecore smarrite che vagano senza pastore”. Forse, con dolore, molti cristiani scopriranno solo ora la grandezza di questo pontefice. Ci mancherà Papa Benedetto. Ci mancherà la dolcezza, la poesia del suo animo, la scoperta di una “grammatica iscritta nel cuore dal Creatore” e il sogno di una “geografia del cielo”. Ero su twitter nel momento in cui è stata diffusa la notizia. Non credevo ai miei occhi ed ho pianto di dolore. Mi ha telefonato, mentre era in viaggio per lavoro, una cara amica: ”Sono sconvolta!”. E’ questa la reazione dei cattolici che amano il Papa, che hanno imparato ad apprezzare in questi anni la sua gentilezza d’animo, la mitezza, la fermezza, l’intelligenza della sua parola, il suo pensiero, la sua sorprendente cultura. Nella sua prima messa di pontificato Papa Benedetto chiese al mondo di pregare per lui, umile servitore della vigna del Signore: ”Pregate per me perché io non fugga dinanzi ai lupi”. Come dimenticare? Era profezia?
Ancora ieri, durante l’Angelus, il Papa ci ha esortato a non scoraggiarci, a lanciare ancora le nostre reti, a fidarci…il resto lo farà il Signore. Ed è proprio ciò che ci viene chiesto in questo tempo oscuro e di dolore, tempo di persecuzione per molti cristiani, tempo di portare la croce, tempo di accettare anche il martirio. Quella croce che “può avere forme molto diverse”… forse anche la forma di una grande, inattesa, dolorosa rinuncia.
Nella stupenda lectio divina dell’8 febbraio Papa Benedetto ha ricordato che “se qua e là la Chiesa muore a causa dei peccati degli uomini, a causa della loro non credenza, nello stesso tempo, nasce di nuovo…La Chiesa è l’albero di Dio che vive in eterno e porta in sé l’eternità e la vera eredità: la vita eterna”.
Che meraviglia! Grazie, Santità, nulla potrà cancellare le sue parole dal nostro cuore. Siamo certi che ci resterà accanto con la sua preghiera perché, è proprio vero, il suo ministero si compie anche “soffrendo e pregando”.

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