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“Un milione di volte grazie”

Autore:
Costa, Luca
Fonte:
CulturaCattolica.it

Ottocentomila, un milione di partecipanti.
“Un milione di volte grazie”, è questo lo slogan del sito dedicato a La Manif Pour Tous, la manifestazione contro la legge sui matrimoni e le adozioni gay, che ha gioiosamente riempito Parigi, domenica 13 gennaio.
Molti, dai soliti salotti della sinistra, han voluto storcere il naso, etichettando frettolosamente l’evento come un raduno di estremisti, demodé, non in sintonia con la tradizione laica della Francia.

La realtà, ovviamente, è ben diversa.
Quella di domenica è stata la festa della vera laicità dello stato, una festa da lungo attesa, che ha svegliato molte coscienze ed ha dato un sonoro schiaffo alla recente (dal 1789 per intenderci) tradizione laicista, non laica, della Francia.

Basta andare sul sito (molto ben strutturato e pieno di informazioni utili), www.lamanifpourtous.fr, e leggere con attenzione il pensiero di chi era presente. E c’erano tutti: cattolici, ebrei, atei, agnostici, musulmani, protestanti, gente di destra, di sinistra, uomini, donne e, udite udite, anche omosessuali.

Se la posizione dei cattolici sulla questione è stata espressa chiaramente da Benedetto XVI a metà dicembre, e per gli ebrei francesi dal recente intervento del rabbino capo Gilles Bernheim, è interessante conoscere il punto di vista di altri partecipanti alla Manif Pour Tous.

Una delle testimonianze che mi hanno colpito maggiormente, è quella di Xavier Bongibault, giovanissimo presidente (che si definisce apertamente omosessuale e ateo) dell’associazione Plus Gay Sans Mariage. Xavier, rispondendo ad un giornalista che gli domanda spiegazioni (basito) sul perché un gay manifesta contro la legge Hollande, afferma:

“Le tutele per tutti ci sono già in questo paese: maschi e femmine si sposano, e per persone dello stesso sesso ci sono i Pacs. Per quanto riguarda l’adozione, è riconosciuto che un bambino per crescere non ha bisogno di solo amore”, (basterebbe chiederlo a qualsiasi genitore, che dico, a chiunque implicato nell’educazione).
“Un bambino ha il diritto di avere una madre e un padre, perché la sua crescita e la sua autodeterminazione passano anche da questo”.
Come diceva Loyola, si educa con quello che si dice, ancora più con quello che si fa, ma in primo luogo con quello che si è.
Continua Xavier: “Lo Stato non può escludere le religioni dal dibattito invocando la laicità, perché le religioni per molti cittadini, anche per me che sono ateo, sono un modo di giudicare la realtà, sono un criterio irrinunciabile per stare di fronte al potere. Se lo Stato pretende di intervenire in ogni materia senza ascoltare nessuno, allora non è più laicità, è lo Stato che diventa religione”.

Altro che fondamentalismo omofobico dei manifestanti, quindi, il fondamentalismo è altrove, gli stessi leader delle c.d “associazioni gay” (quelle inascoltate da Hollande perché non sindacalizzanti e senza portafogli miliardari) lo sanno bene.

Un altro intervento da sottolineare (anche questo riportato nel sito ufficiale), è di Jean-Pier Delaume-Myard, attaccato duramente per le sue opinioni dalle lobby LGBT [Lesbian, Gay, Bisex, Transex].

Egli dice:
“Le associazioni, le lobby, che di autodefiniscono rappresentanti degli omosessuali in Francia, che pranzano coi potenti e che intrattengono riunioni con il governo per legiferare insieme; con che diritto parlano in nome della comunità omosessuale? Io non ho mai dato mandato a nessuno di rappresentarmi e non mi riconosco minimamente nelle loro posizioni. Perché la loro opinione, sui miei diritti, sembra essere universalmente autorevole, mentre la mia presenza alla Manif Pour Tous viene bollata come omofoba?”

Una domanda molto interessante. Chi sono queste lobby LGBT? Quali sono i loro veri interessi?

L’omosessualità è un comportamento che c’è, da sempre. E premettendo che personalmente ritengo l’omofobia una cosa da dementi, come tutte le varie tipologie di odio che l’umanità è in grado di produrre quando ci si mette, occorre fare una riflessione.

Anche agli stessi omosessuali, perlomeno quelli che non si sono fatti né sindacalizzare né strumentalizzare da nessuno, (che, quindi, non hanno accettato di essere ridotti da uomini e donne ad etichette come “gay” e “lesbica”) è evidente che se lo Stato abolisce la differenza sessuale tra uomo e donna, se abolisce la complementarietà tra uomo e donna, attacca le fondamenta della famiglia e dei veri diritti di ogni bambino. Credere che per vie culturali o legislative si possa superare la questione fondamentale del nostro essere umani, è follia pura.
La Manif Pour Tous ha dimostrato a Hollande e ai suoi che anche gli stessi uomini e donne con abituali comportamenti omosessuali (quelli che ragionano con la loro testa soprattutto) sanno perfettamente che l’unione stabile tra due persone dello stesso sesso non potrà mai essere chiamata matrimonio. Manca la madre. Manca la maternità, come fa a essere un matrimonio?
Non esiste un binomio conflittuale tra gli omosessuali e gli eterosessuali. Esistono comportamenti sessuali che così possono definirsi, ma l’umanità si divide in uomini e donne.
Esistono gli individui, che sono maschi e sono femmine. E quando si uniscono formano coppie, e quando formano coppie poi si sposano, e quando si sposano fanno figli.
Il matrimonio è per definizione dono della maternità. È questo il dato che le società hanno sempre tutelato e protetto. La maternità, la paternità, la famiglia, padre, madre figli, futuro. Non l’amore così, come sentimento da cinema, non la vita sessuale, non i desideri.
Perché lo Stato, le lobby di potere, i sindacati, i partiti, pretendono di strumentalizzare e ridefinire l’identità del singolo? Perché vogliono ridurre l’uomo ai suoi gusti sessuali, ai suoi sentimenti, ai suoi desideri? Che senso ha fare delle attitudini sessuali l’unico campo di battaglia sul quale determinare chi siamo? Siamo uomini e donne, maschi e femmine, e tutti, siamo chiamati ad essere figli di Dio, che così ci ha creati.

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