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CCC – per una rete tra cattolici e democratici

Fonte:
CulturaCattolica.it
“Ebbene sì, anche in paradiso ci sono i teologi. Bisogna pure che si dia loro l’occasione di verificare di persona fino a che punto si sono sbagliati. Se no, sarebbe ingiusto. Ognuno deve avere la sua possibilità, i teologi come gli altri. E ad essi sarà molto perdonato perché si saranno molto sbagliati”.
(Gilbert Le Mouël, Le capanne del passato. Intervista a Dio)

Valori non negoziabili, un incidente linguistico
Può, un cattolico, pensare che il valore della vita umana dal concepimento alla morte naturale sia uguale al valore del riequilibrio fiscale o dell’estensione della copertura sanitaria?
Incredibile dictu, può.
A pensare e a scrivere questo è Christian Albini, socio fondatore e membro del Consiglio direttivo di Viandanti, associazione che si definisce “espressione di (e per) un laicato cristiano adulto che, assumendo a pieno le responsabilità che le derivano dal Battesimo, vuole operare in modo responsabile sui temi ecclesiali e sociali”.
E’ un articolo che risale a febbraio, ma vale la pena riprenderne qualche passaggio. “L’approssimarsi delle elezioni presidenziali USA – scriveva Albini – è la più recente occasione in cui si è riproposto il tema dei cosiddetti valori non negoziabili. Alcuni recenti interventi, in particolare dell’arcivescovo di New York Timothy Dolan, presidente della conferenza episcopale, e il discorso di Benedetto XVI ai vescovi americani del 19 gennaio 2012, sono stati interpretati come espressione di un orientamento favorevole al partito repubblicano, le cui primarie sono ancora in corso, per la posizione decisamente contraria all’aborto dei suoi candidati. Eppure… la linea di Obama non manca di aspetti apprezzabili e condivisibili da un punto di vista cattolico. L’estensione della copertura sanitaria e il riequilibrio fiscale, in un Paese dove solo i ricchi si possono permettere certe cure mediche e pagano persino meno tasse dei non abbienti, hanno una valenza di giustizia sociale dalle chiare radici evangeliche”.
La Nota dottrinale sull’impegno dei cattolici in politica della Congregazione per la dottrina della fede, firmata dal cardinale Ratzinger nel 2002 era stata chiarissima nel ricordare come vita, famiglia e scuola sono valori non negoziabili. Se il magistero conta (ancora) qualcosa, questo dice. Verificare per credere.
Albini se ne impippa della Nota dottrinale e anche della Congregazione per la dottrina della fede e sostiene che “i valori non negoziabili si rivelano ambigui anche sul piano pratico, nel momento in cui la gerarchia interviene nel dibattito pubblico e politico per determinare le condizioni della loro difesa. Questo comporta che i pastori si adoperino per far approvare o non approvare particolari norme in base alla loro supposta conformità ai valori. In Italia – prosegue – abbiamo avuto entrambe le eventualità: l’una in merito alle unioni di fatto e l’altra a proposito del testamento biologico. C’è invece una distinzione tra i principi e le norme che così salta del tutto”.
Noncurante quindi del fatto che il Magistero dovrebbe, per un cristiano, essere dato per acquisito e che a proposito – proprio – delle unioni di fatto e del testamento biologico la Chiesa ha parole ferme e inequivocabili, così scrive: “la mia proposta (la sua, di Albini, che non è – badate – Albino Luciani: papa Giovanni Paolo I, ma Christian Albini, socio fondatore dell’associazione Viandanti ndr) è di mettere al centro la persona nella sua concretezza storica. La persona viene prima dei princìpi, per cui quello che è bene per qualcuno in una data occasione, non lo è sempre per tutti”. Ai cattolici – spiega Albini – “l’esercizio responsabile del loro ruolo di discernimento tra le diverse soluzioni tecnico-politiche possibili”.
Questa, dunque, la “sua” proposta. In sintonia con i tempi e in ossequio allo stile paritario, democratico, dialogante, antidogmatico, adulto, relativista, siamo ora in attesa di ascoltare e/o di leggere tutte le proposte di tutti i cattolici del mondo. Tot capita, tot sententiae.
Scusate: perché Albini sì e la mia vicina di casa no?

Discernimento live, in tempo reale
“Così è (se vi pare)”, avrebbe detto Pirandello: un dilettante del relativismo, in confronto ai cattolici “arciadulti” di oggi! E infatti – è doloroso constatarlo – il tarlo dell’opinionismo si è insidiato e gode di ottima salute nella Chiesa e financo nell’ecclesiasticità. Legno dal sapore unico, quello che i tarli e le forze sataniche stanno sbocconcellando, perché trattasi nientepopodimeno che del legno della croce di Cristo. Boccone ghiottissimo.
Il “tener conto delle circostanze”, il considerare “l’eccezione che conferma la regola”, il trucchetto del “ni” (che viene sempre più facile del “sì” e anche del “no”), l’atteggiamento accogliente-a-prescindere, dialogante-senza-eccezioni, camaleontico q.b. è bene argomentato da Paolo Dall’Oglio, gesuita, laureato in lingua araba e teologia, ordinato presbitero a Damasco nel rito siriano. E’ lui a parlare di “discernimento live, in tempo reale, in diretta”. “Caso per caso”, per capirci. Altro che “valori non negoziabili”! Si negozia eccome! Si patteggia e, se è il caso, si… svende. No problem.
Nel sito Costituzione Concilio Cittadinanza – per una rete tra cattolici e democratici, in un articolo dal titolo “Nuova evangelizzazione: alcuni nodi irrisolti” uscito pochi giorni fa, viene ripreso un lungo intervento del gesuita. Nel capitolo “il cantiere antropologico” in cui ingenuamente ci aspetteremmo un progetto cristiano cattolico per difendere e valorizzare l’essere umano, questo si legge: “Nei Lineamenta (per il prossimo Sinodo su “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” – ottobre 2012 ndr) sembrerebbe che i doveri dei figli di Adamo verso l’ambiente naturale siano coniugati con un’idea di natura umana considerata acriticamente stabile e non evolutiva. Il proprio dell’uomo sembra invece quello di essere artificiale per natura. La natura umana – ci illumina Dall’Oglio – è ormai quella di dover gestire la propria identità specifica in una prospettiva di responsabilità morale radicale, dove la relazione a Dio non sarà più quella della mera obbedienza al Creatore-legislatore, ma bensì quella d’un partenariato drammatico, dove Dio ripone ormai la propria fiducia nell’autonomia della responsabilità umana”.
E così, dopo la “proposta Albini”, ecco la “Dall’Oglio proposta”: “La questione non è sapere se l’inevitabile progresso dell’eugènesi sia da condannare o no, ma scegliere quali siano le condizioni morali per un’eugenetica degna dell’umano… Se la nuova evangelizzazione pretenderà di rinvigorire e ringiovanire l’audacia, l’ardore e lo zelo dell’appartenenza cattolica senza incollarsi il fardello di affrontare finalmente le questioni dell’antropologia post-naturale, in dialogo con le scienze applicate come l’ingegneria genetica, sarà difficile che possa dire qualcosa di convincente alle generazioni high-tech… La speranza è che proprio nel contesto interreligioso, la Chiesa possa dar prova di genialità evangelica, consigliando anche altre comunità religiose (penso all’islam ovviamente) d’accettare la sfida della relazione col progresso antropologico post-moderno”.
E per essere attenti, attentissimi al “progresso antropologico” (?) postmoderno, così finisce il nostro: “Concludo per ora denunciando l’assenza davvero sorprendente della questione femminile dal documento (I Lineamenta ndr)… per non parlare di quella della comunità GLBT che pure non manca d’imporsi all’attenzione cattolica”.
A proposito di quest’ultimo punto, dorma sonni tranquilli, Paolo dall’Oglio: il 24 maggio u.s. il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione in cui, partendo dalla “Lotta contro l’omofobia in Europa” si perviene alla legittimazione del matrimonio omosessuale alla stregua del matrimonio di una coppia eterosessuale, con tutto ciò che ne consegue. Se può interessare, 430 parlamentari hanno votato a favore, 130 hanno votato contro, 59 sono risultati gli astenuti. Nomi e cognomi in rete, a disposizione.
A spanne, 130 hanno seguito il Magistero, 430 la proposta Dall’Oglio o Albini o Vattelapesca (importante che fosse politically arcicorrect). Dati sulle motivazioni dei 59 astenuti: non pervenuti.

Quando i cattolici “adulti”… squattano
Tante volte, in questo sito, abbiamo richiamato la definizione che papa Benedetto ha dato del cattolico “adulto” e dunque non la riprenderemo. Basti ricordare che può considerarsi a buon diritto cattolico “adulto” chi è maturo nella fede, sa comunicare le proprie ragioni, è capace di testimonianza e non chi sale sullo scragnetto per raccontare al mondo “la sua proposta”. Questi sedicenti “cattolici adulti”, che la mattina scendono dal letto sempre col piede sbagliato, Bastiancontrari di professione, critici-a-prescindere rispetto a qualsiasi cosa esca dalla bocca del papa, sono in-utili, se non pericolosi.
In questo momento in cui la Chiesa, il papa, i cristiani nel mondo sono sotto attacco, questi si perdono a filosofeggiare, si beano delle loro “proposte” facendo a gara a chi la spara più grossa, anziché sentirsi parte viva (militante e combattente) del Corpo vivo di Cristo che è – guarda un po’! – proprio quella Chiesa che sono più impegnati a contestare che a difendere.
Ma c’è di peggio. Se nella loro testa e nei loro scritti c’è l’idea di dialogo (Paolo Dall’Oglio ha scritto persino un “Elogio del sincretismo”… ) e a sentir loro ardono dal desiderio di lavorare per una “cosa comune” affinché “l’esperienza cattolica possa risultare esemplare e passibile di essere in qualche modo riedita, in modo originale, attraverso gli strumenti dell’ermeneutica delle altre grandi comunità simboliche”, questi, “squattando gli spazi di tolleranza che l’autorità ecclesiale lascia” (ipse scrixit Dall’Oglio) ma anche “squittendo” (ipsa adiunxit la puntigliosa) le loro personalissime proposte, manifestamente controcorrente rispetto al magistero papale, giorno dopo giorno che fanno? A forza di colpetti (ma leggeri leggeri, perché i sedicenti cattolici “adulti” sono anche sedicenti pacifisti & nonviolenti) stanno riducendo in polvere la bimillenaria storia della Chiesa, fondata sulla roccia di Pietro.
Poi uno va in cerca dei “corvi”…

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