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Approvato alla Camera il ddl sul fine vita

Fonte:
CulturaCattolica.it

La Camera dei Deputati ha approvato con ampio margine il ddl nato nel 2008 sulla scia della vicenda di Eluana Englaro: 278 i voti a favore, 205 quelli contrari, 7 gli astenuti. Ci sembra importante sottolineare che il voto è avvenuto a scrutinio segreto. Ha prevalso anche sugli schieramenti politici un voto trasversale di coscienza a favore della legge. Ora la parola torna al Senato che dovrà dare l'approvazione definitiva. Alcune date ci ricordano l’ostruzionismo che la legge ha dovuto superare. L’iter in Commissione della Camera dei Deputati è iniziato l'8 luglio 2009. Ma ora finalmente il testo è stato approvato dall’Assemblea.
Ecco i punti fondamentali, che dovrebbero convincere anche i più scettici e timorosi verso possibili ambiguità. Innanzitutto l’articolo 1 riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile e indisponibile, riconosce che la fine della vita è determinata dalle leggi vigenti e non da interpretazioni sulla qualità e inoltre vieta ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio. La legge ha mantenuto la non vincolabilità per il medico delle DAT e regolamenta in maniera chiara il consenso informato, dando sicurezza dell’alleanza terapeutica tra medico e paziente. Sono stati approvati anche alcuni emendamenti migliorativi. Un emendamento è stato introdotto per limitare la possibilità di far valere le dichiarazioni di trattamento anticipate alle sole persone in cui si è determinata l’assenza dell’attività cerebrale che regola la coscienza. L’accertamento delle condizioni per far valere le DAT sarà inoltre vagliato e verificato da una commissione medica e non da un solo medico. Si è emendato l’articolo 3 del ddl scrivendo che si potranno indicare solo i trattamenti cui si vuole essere sottoposti in caso di perdita di coscienza, e non anche quelli che non si vogliono. Resterà invece possibile dire “no” a trattamenti “sproporzionati” o “sperimentali”. Ricordiamo che in ogni caso secondo l’articolo 4 le dichiarazioni anticipate di trattamento non sono obbligatorie, sono
redatte in forma scritta e secondo l’articolo 7 non saranno vincolanti; infatti “sono prese in considerazione dal medico curante”.
Il nuovo comma 6 dell'articolo 3 nel testo che vieta l’interruzione dell’alimentazione e idratazione, specifica che le eccezioni a tale norma si riferiscono solo a malati in stato terminale, eliminando le ambiguità della versione precedente, e che comunque “devono essere mantenute fino al termine della vita, a eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente in fase terminale i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo”. Esse non potranno inoltre essere oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento. Insomma non sarà mai più possibile un caso Eluana.
Ma quali sono le reazioni all’approvazione del testo alla Camera? Una nota del Partito democratico giudica in modo solo politico il nuovo testo definendolo liberticida, e afferma “con gli emendamenti presentati all’ultimo momento dai deputati Barani e Binetti sono state introdotte modifiche che di fatto svuotano le DAT di qualsiasi valore ed efficacia”. Livia Turco in una dichiarazione ideologica e quasi farneticante afferma “La legge in discussione è una vendetta contro Eluana Englaro”. Ignazio Marino evoca lo strumento dei referendum per cambiare la legge; facendo riferimento all’esperienza della Legge 40/2004 dice che i giudici comunque la cambieranno, ma si scorda che sia la Corte Costituzionale (non accettando il referendum abrogativo dell’intera Legge 40) che il popolo italiano con il “non voto”, non seguirono le derive relativistiche e radicali. Se come allora verrà data la possibilità di spiegare le ragioni della legge al di là degli slogan, anche questa volta prevarranno la difesa e la tutela della legge stessa. L’opposizione dei radicali era scontata, ma stupisce ancora una volta l’intromissione in materie etiche della CGIL che si oppone alla legge e ha cercato di fare pressione raccogliendo le firme in ambito medico-sanitario con lo scarso risultato di solo 11mila adesioni: dovrebbero riflettere sul fatto che sono una minoranza su questi temi.
Soddisfazione in ambito cattolico e per chi voleva porre un freno a derive giudiziarie in tema di fine vita. Il Cardinale Bagnasco ha ricordato giustamente come “L’etica della solidarietà non può essere separata dall’etica della vita. Separare questo campo significa distruggerlo” . Va dato merito a quanti si sono impegnati per questa legge, non si può certo ridurre il loro ambito a quello della maggioranza di governo, ma certo l’impegno di quest’ultima è stato importante. Decisiva la trasversalità come mostra il risultato finale della votazione. Dovrebbero infine ripensare alcune loro valutazioni coloro che in ambito cattolico hanno fino ad ora ostacolato questa legge.
Facciamo appello a quanti si sono mostrati dubbiosi nel campo pro-life per una difesa di questo testo di legge; alcune istanze migliorative come abbiamo mostrato sono state accolte e limitano ambiguità e arbitrarietà nel testo. Ora uniamoci tutti contro i colpi di coda di quanti spingono in senso opposto alla difesa della vita.

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