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Dopo i referendum: fu vera "partecipazione"?

Fonte:
CulturaCattolica.it
In risposta all'articolo sui referendum abbiamo ricevuto questa mail che volentieri pubblichiamo

Gentile professore, condivido l'articolo pubblicato su www.culturacattolica.it, ma mi permetto un distinguo. Là dove dice: "Ha vinto però anche il desiderio di partecipazione dei cittadini troppo spesso mortificato con l’attuale sistema elettorale. Ha vinto il desiderio di partecipare alle scelte del paese". Mi domando se la parola giusta sia "partecipazione". La partecipazione suppone una costruttività, un progetto (magari anche un po' approssimativo), l'idea di voler andare da qualche parte. A me sembra invece che questi ultimi appuntamenti elettorali abbiano messo in luce una grande reattività, una negazione protestataria, un ribellismo, senza prospettive. Più sicurezza, più verde, più ecologia, più aria pulita, più "pubblico" (dove dentro a questa parola c'è l'illusione che pubblico garantisca giustizia/equità/rispetto, contrapposto ad un privato che invece è solo profitto/sfruttamento/ingiustizia... e questo giustamente pone già inquietanti interrogativi per un cattolico che si trovi a condividere una contrapposizione simile tout court!), ma sacrificando cosa? ma fino a che punto? ma con quale responsabilità? Ecco, la partecipazione sottintende che uno sia responsabile delle scelte comuni. Ma è davvero una responsabilità personale quella che ha dettato certi comportamenti? Non ne sono così convinta. Tanto è vero che informare dei veri contenuti dei quesiti non è stato quasi mai possibile; la semplificazione e la mistificazione l'hanno fatta da padrone. Per quanto mi riguarda ne riporto una sensazione molto sgradevole di "smobilitazione" dal pensiero, sostituita dalla ricerca di un presenzialismo un po' alienato... che denuncia forse una grande confusione e tanta solitudine.

Anna Chiroli

Milano


Gentilissima Anna, condivido totalmente la Sua mail. Credo che nell’intenzione degli autori la parola “partecipazione” indicasse un desiderio di protagonismo, forse mortificato da un certo grigiore sociale e confusione di criteri chiari. Dalle Sue parole traspare una indicazione di compito per ricostruire un popolo laddove tutto rema in direzione opposta. Ma per fortuna ci sono segni e luoghi di speranza; anche il nostro sito vorrebbe essere uno di quelli, e la Sua mail ne è una conferma. Ancora grazie.

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