Non cambia la dottrina cristiana sulla morale sessuale
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In merito alle anticipazione apparse sui giornali sul libro-intervista a Papa Benedetto XVI vorremmo sottolineare che la dottrina cristiana sulla morale sessuale non cambia, rimane valido quanto scrisse Paolo VI nell'enciclica Humane Vitae: "Tale dottrina è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l’uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell’atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo" e "richiamando gli uomini all’osservanza delle norme della legge naturale, interpretata dalla sua costante dottrina, la chiesa insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita". Nel capitolo dedicato alle Gravi conseguenze dei metodi di regolazione artificiale della natalità Paolo VI con grande lungimiranza ammoniva: "i giovani specialmente, hanno bisogno d’incoraggiamento a essere fedeli alla legge morale e non si deve loro offrire qualche facile mezzo per eluderne l’osservanza. Si può anche temere che l’uomo, abituandosi all’uso delle pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto della donna". Le parole di Benedetto XVI non mettono in dubbio l'inscindibilità dei due aspetti: unitivo e procreativo. Il Papa si fa carico però di situazioni già molto compromesse, ben lontane da quell'idea di sessualità che edifica l'uomo, ed allora porta ad esempio casi come quelli di una prostituta che è obbligata a comportamenti sessuali che possono metterla a rischio; in tal caso potrebbe sussistere la possibilità dell'uso del preservativo, restando comunque vero che non è il metodo migliore per una sessualità responsabile, come non lo è per risolvere il problema dell'AIDS; primario rimane l'aspetto educativo di una sessualità basata su fedeltà e castità: ciò che aveva già espresso durante la visita in Africa evidenziando i buoni risultati del famoso metodo A-B-C (Abstinence – Be Faithful – Condom).
Per chiarire le idee comunque ci pare utile riportare un passo della Nota di padre Lombardi sulle interpretazioni date alle parole del Papa, riguardo ai profilattici, nel libro-intervista di Peter Seewald. “Il Papa allarga poi lo sguardo e insiste sul fatto che concentrarsi solo sul profilattico equivale a banalizzare la sessualità, che perde il suo significato come espressione di amore fra persone e diventa come una “droga”. Lottare contro la banalizzazione della sessualità è “parte del grande sforzo perché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull’essere umano nella sua totalità”.
Il Papa affronta poi il tema dell’omosessualità, ricorda che il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo e quindi anche gli omosessuali vanno rispettati e non discriminati, ma ricorda anche che l’omosessualità non è mai moralmente giusta, rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto e cioè una sessualità aperta alla vita. Il Papa distingue sempre il giudizio sulla moralità di un comportamento da quello sulla persona, il peccato dal peccatore, ma non rinuncia a dire la verità, non si può scindere la sessualità dalla natura umana, e anche nel caso in cui le tendenze omosessuali siano profondamente radicate – oggi ancora non si sa se sono effettivamente congenite – allora "questa è per lui una grande prova, così come una persona può dovere sopportare altre prove" ma appunto non per questo giustificabile. Chi lo spiega ora a tutti quei cattolici confusi e cattolici adulti che sostengono che l'omosessualità è normale, e anzi che la questione di come vivere la propria sessualità è legata solo ad una scelta personale magari anche da ostentare con tranquillità?
Il 13 Gennaio 2011 il Centro Culturale Cattolico San Benedetto (www.cccsanbenedetto.it) ospiterà la presentazione del libro “Attacco a Raztinger”: sarà una buona occasione per ripercorrere i primi 5 anni del pontificato di Benedetto XVI e per chiedere al vaticanista A. Tornielli maggiori dettagli su quest’ultimo libro del Papa.