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Suggerimenti per una «Buona vacanza»

Fonte:
CulturaCattolica.it

Buone vacanze. Leggendo il bel libro di Wanda Połtawska sulla amicizia vissuta con Karol Wojtyła mi sono imbattuto in questa riflessione sulle gite: per i molti (o pochi) che andranno in vacanza in questi giorni credo che sia una occasione straordinaria di verifica sul modo di vivere questo tempo, così che sia la vera occasione di ritemprarsi per riprendere a vivere la grande avventura e il compito che ci è affidato.

Ve la consegno, grato per tutto il cammino che abbiamo fatto insieme anche quest’anno.

«Per i monti io avevo camminato da sempre. Mio padre era capace di entusiasmarsi per ogni nuvoletta in cielo e per ogni fiore sulla terra; invece le persone con le quali camminavo, i ragazzi le ragazze scout, gli amici e amiche camminavano per le montagne «collezionando» le gite, le cime conquistate. Il loro scopo era avere quei successi nella loro memoria oppure come nelle squadre scout, raggiungere l’abilità. Don Karol Wojtyła, per gli altri lo Zio, per noi il Fratello, camminava sì per le montagne, ma direi che piuttosto le contemplava. Man mano che camminavamo insieme, diventava chiaro il fatto che, per lui, quelle gite erano un unico grande inno di lode in onore del Creatore. Il suo sguardo assorto, pieno di ammirazione per la bellezza della natura, era lo sguardo fisso sul Creatore.

Ogni suo passo era una preghiera e in quella sua interiorità ci introdusse solo dopo una più stretta conoscenza. Iniziarono così quelle gite che erano sempre ciò che io chiamavo «esercizi spirituali»: dei giorni in cui l’uomo si staccava dalla terra per avvicinarsi a Dio; e se si avvicinava alla terra, questo era solamente per santificarla. La contemplazione della bellezza che veniva osservata e la contemplazione dei contenuti più profondi si intrecciavano e si completavano in quelle camminate. Quelle giornate andavano, l’una dopo l’altra, sempre più nel profondo del cuore, dell’anima, come le piccole gocce che si raccolgono in modo apparentemente insignificante e poi scorgano in una grande sorgente e, sotto forma di torrente gonfio d’acqua, trascinano via tutto.» (W. Połtawska, Diario di una amicizia)


In conclusione vi riporto quanto il Papa Benedetto XVI ha detto all’Angelus del 18 luglio 2010 sul modo di vivere il tempo di vacanza, segno della passione educativa della Chiesa, appassionata alla vita dell’uomo, in ogni situazione e circostanza.

«Cari fratelli e sorelle!
Siamo ormai nel cuore dell’estate, almeno nell’emisfero boreale. E’ questo il tempo in cui sono chiuse le scuole e si concentra la maggior parte delle ferie. Anche le attività pastorali delle parrocchie sono ridotte, e io stesso ho sospeso per un periodo le udienze. E’ dunque un momento favorevole per dare il primo posto a ciò che effettivamente è più importante nella vita, vale a dire l’ascolto della Parola del Signore. Ce lo ricorda anche il Vangelo di questa domenica, con il celebre episodio della visita di Gesù a casa di Marta e Maria, narrato da san Luca (10,38-42).
Marta e Maria sono due sorelle; hanno anche un fratello, Lazzaro, che però in questo caso non compare. Gesù passa per il loro villaggio e – dice il testo – Marta lo ospitò (cfr 10,38). Questo particolare lascia intendere che, delle due, Marta è la più anziana, quella che governa la casa. Infatti, dopo che Gesù si è accomodato, Maria si mette a sedere ai suoi piedi e lo ascolta, mentre Marta è tutta presa dai molti servizi, dovuti certamente all’Ospite eccezionale. Ci sembra di vedere la scena: una sorella che si muove indaffarata, e l’altra come rapita dalla presenza del Maestro e dalle sue parole. Dopo un po’ Marta, evidentemente risentita, non resiste più e protesta, sentendosi anche in diritto di criticare Gesù: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Marta vorrebbe addirittura insegnare al Maestro! Invece Gesù, con grande calma, risponde: “Marta, Marta – e questo nome ripetuto esprime l’affetto –, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (10,41-42). La parola di Cristo è chiarissima: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa ospitalità; ma un richiamo netto al fatto che l’unica cosa veramente necessaria è un’altra: ascoltare la Parola del Signore; e il Signore in quel momento è lì, presente nella Persona di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la Parola di Dio è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano.
Cari amici, come dicevo, questa pagina di Vangelo è quanto mai intonata al tempo delle ferie, perché richiama il fatto che la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità. Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo? Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande».

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