Prendere iniziativa!
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Della assurda sentenza della Corte europea per di diritti umani, di Strasburgo, CulturaCattolica.it ha dato ampia informazione, riportando autorevoli commenti.
Al Parlamento europeo nei giorni scorsi si sono concretizzate due iniziative; la prima è una Dichiarazione scritta, presentata dagli onorevoli Mario Mauro, Gianni Pittella, David Sassoli, Sergio Silvestris, Carlo Casini, Magdi Cristiano Allam, Mario Borghezio.
Riportiamo qui di seguito il testo, avvertendo che è una nostra traduzione dal testo inglese. Dichiarazione che consta, dopo le premesse, di due soli articoli molto espliciti ed incisivi.
Dichiarazione scritta sulla libertà di esposizione nei luoghi pubblici di simboli religiosi espressivi della cultura e dell’identità di un popolo.
Parlamento europeo
- Art. 123 Regolamento
A. considerando che l’esposizione di un crocifisso o di altri simboli religiosi nelle aule scolastiche, tribunali, uffici pubblici, in contesti istituzionali o nelle sale comunali, è una consuetudine e caratteristica tradizione della maggior parte dei paesi europei;
B. rilevato che l’esposizione in luoghi pubblici del simbolo della religione cristiana, o di immagini che si rifanno ad altre religioni, non è inteso come né l’imposizione alla libertà di scelta religiosa, che appartiene ad ogni individuo, e neppure come un riferimento culturale e catechistico;
C. considerando che, a questo proposito, una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha stabilito che la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche italiane costituisce una “violazione della regola dei genitori di educare i propri figli secondo le loro convinzioni” e che ciò sembra in contrasto con l’identità culturale italiana ed europea, fortemente influenzata dalle radici cristiane che sono il fondamento della storia e della tradizione europea;
1. chiede di riconoscere il diritto di tutti gli Stati membri di visualizzare i simboli religiosi all’interno dei luoghi pubblici o ambiti istituzionali, qualora tali simboli siano rappresentativi della tradizione e dell’identità di tutto il Paese, costituendo in tal modo elemento unificante di tutta la comunità nazionale, nel rispetto dell’orientamento religioso di ogni cittadino;
2. Incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con i nomi dei firmatari, al Consiglio, alla Commissione e ai Parlamenti degli Stati membri.
Se la Dichiarazione sarà firmata da 369 Deputati, sarà adottata dal Parlamento, e diverrà un documento ufficiale. Va sottolineato che è una iniziativa bypartisan, similmente a quanto accaduto in Italia, dove la sentenza è stata accolta come un’assurdità e una grave ingerenza.
La seconda iniziativa dell’onorevole Cristiana Moscardini, è una petizione popolare al Presidente del Parlamento europeo, a sostegno della Dichiarazione qui sopra illustrata, di cui riportiamo qui di seguito il testo, probabilmente provvisorio. Occorrerà seguire con diligenza anche questa iniziativa, per non far mancare il nostro appoggio.
Signor Presidente,
la recente sentenza della Corte europea dei diritti umani turba, inquieta e disturba la nostra coscienza di cittadini europei. Se la Corte europea, con una sua sentenza, elimina il crocifisso dalle scuole, cioè l’immagine dell’uomo-Dio in cui credono milioni di cittadini, , il nostro essere europei riceve un colpo mortale. Non potremmo più riconoscerci in un’Europa che cancella per via giudiziaria i valori ed i simboli che hanno contribuito a fare dei nostri Paesi ciò che essi hanno rappresentato per la civiltà universale. Non siamo contro i valori rappresentati da altre visioni del mondo, ma desideriamo che la nostra cultura e le nostre tradizioni vengano rispettate e tutelate. Non possiamo accettare, come cittadini europei, che l’Unione mortifichi ed annulli le differenze. La nostra “differenza” va convintamente salvaguardata e l’iconografia che tradizionalmente esprime i nostri valori va assolutamente rispettata. Il Parlamento europeo, che è l’espressione della volontà popolare, deve garantire il rispetto della nostra tradizione, altrimenti l’Europa sarebbe percepita soltanto come una organizzazione mercantile, senza anima e vuota di senso. Non erano queste le ragioni e le finalità che hanno spinto i Padri fondatori a dar vita alle Comunità europee.
Essendo un diritto umano anche quello che pretende il rispetto di sé, della propria storia, della propria cultura e della propria tradizione, facciamo appello alla sua autorità perché questo nostro diritto non venga così volgarmente calpestato.
Anche questi due fatti confermano come la reazione imprevista sia diffusa e partecipata, tanto che le poche voci dissenzienti suonano stonate. A dimostrazione del fatto che questo coro contrario non era previsto, alcuni giornali notoriamente “progressisti” il giorno immediatamente successivo sono usciti con commenti positivi della sentenza in nome della tolleranza e della laicità, non mancando di sottolineare l’ingerenza dalla Chiesa in Italia. Viste le reazioni dei loro riferimenti di schieramento si sono affrettati ad invertire la rotta. Davvero si può dire che, grazie al cielo, questo è stato un grosso boomerang, del tutto imprevisto.