Verso il voto europeo, quali valori per l’Europa
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L’Europa è la nostra casa, siamo chiamati e dobbiamo sentirci europei, quindi le elezioni europee devono essere partecipate e dobbiamo sentirle importanti come le politiche italiane. Sempre di più le decisioni prese in Europa contano per la vita e le scelte in Italia. Quindi è importante votare e scegliere una preferenza per influire sulle scelte del parlamento europeo, perché è lì che si scelgono le linee guida e il futuro dell’Europa.
Dobbiamo interessarci di più dell’Europa, sentirsi europei significa anche volere il bene di tutti gli europei: quindi bisogna cominciare a pensare all’Europa per esempio rifiutando dannosi protezionismi e accorgendosi che in Europa soprattutto in alcuni paesi anche ad Est è possibile trovare alleati per la difesa dei diritti di tutti. È importante, a tale riguardo, promuovere un’unità che non può e non vuole divenire uniformità, ma che è capace di garantire il rispetto delle differenze nazionali e delle diverse tradizioni culturali, che costituiscono una ricchezza nella sinfonia europea.
Investire sulla persona, sulle sue capacità, sulla sua creatività e rimettere al centro l’etica e la persona. Bisogna credere nelle capacità dell’uomo di reagire alle situazioni anche più difficili e di creare condizioni per lo sviluppo della società a favore del bene comune. Uno dei problemi dell’Europa è sicuramente quello del calo demografico; vanno rilanciate le iniziative a favore e a difesa della maternità, l’aiuto alle famiglie numerose, alla conciliazione lavoro-famiglia, la maternità va tutelata anche con il prolungamento del periodo di assenza dal lavoro. In Europa bisogna difendere il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale combattendo culturalmente e politicamente l’aborto e l’eutanasia, dobbiamo ribadire il modello di famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. In Europa c’è un aborto ogni 27 secondi ed un divorzio ogni trenta. Le separazioni e i divorzi oltre ad essere un problema sociale (vedi tra l’altro il problema dei figli contesi) sono anche un grave problema economico, pensiamo al modello economico costituito dalle aziende familiari che inevitabilmente si disfanno insieme alla famiglia, bisogna quindi ribadire a livello europeo l’importanza sociale ed economica della famiglia e la centralità della persona nell’economia di mercato. È nell'Europa che, per la prima volta, è stato formulato il concetto di diritti umani. Il diritto umano fondamentale, il presupposto per tutti gli altri diritti, è il diritto alla vita stessa.
Urge riscoprire l'esistenza di valori umani e morali essenziali, che scaturiscono dalla verità stessa dell'essere umano ed esprimono e tutelano la dignità della persona: valori che nessun individuo, nessuna maggioranza e Stato potranno mai creare, modificare o distruggere, ma dovranno solo riconoscere e dovranno essere anche punto di partenza nel dialogo tra diverse culture, tradizioni e religioni.
Se dobbiamo guardare all’Europa del futuro che vogliamo, non possiamo che ripartire dalle radici dell’Europa riconoscendo che sono cristiane. Basta la storia a dimostrarlo; la Chiesa è presente fin dall’epoca antica in Europa, vi ha svolto un ruolo civilizzatore. Pensiamo alla trasmissione della cultura antica attraverso i monaci; alla formazione e al ruolo nell’educazione dell’attenzione ai poveri, agli ultimi; all’aiuto ai più sprovveduti mediante le numerose Congregazioni religiose nate in tutta Europa; al contributo dei cristiani allo sviluppo delle scienze, dell’economia, dell’università. Pensiamo poi alle meravigliose opere dell'ingegno umano nelle migliaia di cappelle, di chiese, di abbazie, e di cattedrali che adornano il cuore delle città o la solitudine delle campagne. Un patrimonio artistico di inestimabile valore. Ovunque siamo andati, Polonia, Portogallo, Inghilterra, Francia, Austria, Germania, Ungheria... e in ogni regione italiana questi edifici e questi segni visibili della fede e della devozione sono una testimonianza eloquente di per sé.
I fedeli laici impegnati in politica hanno come compito quello di difendere il bene comune ed al centro del bene comune c’è la persona. Questa centralità della persona deve essere presente anche nell’azione politica in Europa.
“Quando il cittadino europeo vedrà e sperimenterà personalmente che i diritti inalienabili della persona umana, dal concepimento fino alla morte naturale, come anche quelli relativi all’educazione libera, alla vita familiare, al lavoro, senza dimenticare naturalmente i diritti religiosi, quando dunque il cittadino europeo si renderà conto che questi diritti, che costituiscono un tutto indissociabile, sono promossi e rispettati, allora comprenderà pienamente la grandezza dell’edificio dell’Unione e ne diverrà un attivo artefice”
(Benedetto XVI, Parigi, 15 settembre 2008).