Embrioni e Parlamento Europeo
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Comunicato stampa
Il voto col quale il Parlamento Europeo ha autorizzato la ricerca sulle cellule staminali embrionali (senza limitazioni sulla data in cui gli embrioni sono stati prodotti) non è innanzitutto di natura politica e neppure etica, ma antropologica, perché esprime una (non) concezione della persona umana.
Il voto europeo contribuisce a smantellare uno dei tre principi "non negoziabili" di cui ha parlato di recente Benedetto XVI incontrando i politici del Ppe: la «tutela della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale». E tutto fa temere che anche gli altri due principi enunciati dal Papa - la famiglia e la libertà di educazione - subiranno presto un'analoga sorte.
Il voto di Strasburgo pone un interrogativo sulla rilevanza della presenza dei cattolici nello schieramento governativo italiano, che ha perseguito un pronunciamento europeo contro un principio iscritto nella natura umana che emerge osservando la realtà: il valore infinito del singolo uomo, e quindi la sua inviolabilità (come è riconosciuto anche dall'art. 2 della Costituzione italiana, che parla di "diritti inviolabili dell'uomo"). Oggi la strada verso una manipolazione dell'essere umano si è fatta più larga in tutta Europa.
I cattolici al governo facciano un esame di coscienza, di quella coscienza adulta che hanno eretto a ultimo tribunale delle proprie scelte e che - soffocata sempre nei momenti decisivi dalle logiche di partito - oggi appare incapace di fare valere le proprie ragioni di fronte a una mentalità che se la ride delle ragioni della Chiesa e delle più elementari evidenze del dato umano.
Un'ultima domanda: il Presidente del Consiglio italiano voterà no al Consiglio Europeo della competitività del 24 luglio, che dovrà decidere i finanziamenti alla ricerca sulle staminali embrionali?
L'ufficio stampa di Cl
Milano, 16 giugno 2006