In un paese libero non può essere vietato parlare dei Gulag Cinesi
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Venerdì 22 settembre 2006 a Roma una cinquantina di attivisti dei Centri sociali, armati di mazze, bastoni e spranghe, ha bloccato l'ingresso nella libreria Tuma's book bar di via Sabelli 17, per impedire la presentazione del libro e impedito che si presentasse Laogai, i Gulag di Mao Zedong di Harry Wu, presidente della Laogai Foundation, il primo testimone di una verità nascosta. Il primo libro di Harry Wu a essere tradotto in italiano, che corona la denuncia durata oltre 15 anni delle atrocità che si commettono in Cina.
Sul gravissimo episodio il presidente della Laogai Foundation Harry Wu ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Sono rimasto veramente sconcertato che dopo il fallimento in tutto il mondo dei regimi comunisti, ci sia ancora in Italia chi nel nome della repressione, intolleranza e del disprezzo delle più elementari nozioni di civiltà impedisca la divulgazione dei crimini che ogni giorno si commettono in Cina».
Il problema vero è che ci sono ancora persone che pensano possibile un comunismo "diverso", che parlano di libertà, ma poi ritengono scorretto che un Papa legga un documento storico, che dopo sessant'anni consegnano ai comuni tardive medaglie di riconoscimento per atti eroici durante la resistenza partigiana ma non vogliono sapere la verità sui crimini commessi in Cina.