Una scuola che parla al futuro
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“L’esistenza di una comunità, di un popolo, dipende in gran parte dalle scelte che si compiono a vantaggio dei più giovani”. La frase conclusiva del rivoluzionario Manifesto per la scuola italiana, “Una scuola che parla al futuro”, recentemente elaborato dalla Compagnia delle Opere, fa trasparire da un lato la passione educativa per le giovani generazioni, oggi totalmente disorientate e confuse; dall’altro il sentimento dell’urgenza.
“Non c’è più tempo da perdere”, è il grido di allarme che fa seguito alle dettagliate, impietose statistiche sul nostro malconcio sistema scolastico. Non lo dicono solo i dati della decadenza italiana (36° posto nelle nazioni OCSE): è cronaca quotidiana quella di scuole trasformate in distributrici di profilattici, o in luoghi di totale indifferenza da parte degli studenti a una mancanza di proposte vitali da parte degli adulti. E non a caso la Conferenza Episcopale Italiana ha rilanciato l’emergenza educativa come tema del prossimo decennio.
Il Manifesto della CdO parte proprio da qui, dall’educazione, che riguarda “il senso stesso dell’esistenza e la sua comunicazione attraverso la testimonianza di chi ha cominciato a farne l’esperienza”. Senza adulti protagonisti della propria avventura esistenziale, nessun progetto ha gambe per camminare: “L’avventura educativa ha origine dalla libera scelta di adulti che decidono di accompagnare i più giovani nel cammino della vita, perché loro stessi impegnati con le domande fondamentali sull’esistenza e aperti a trasformare in motivo positivo di conoscenza ogni stimolo, ogni incontro, ogni fatto da cui si sentono toccati e interpellati”.
C’è una premessa fondamentale che salva queste affermazioni dal ricadere nel solito limbo delle buone intenzioni utopiche: ci sono già all’opera innumerevoli esperienze educative, di scuole, di docenti e dirigenti, di famiglie, di studenti, che costituiscono segni di speranza e punti di riferimento per il cambiamento.
Nel Manifesto non viene fatto fuori il nesso tra educazione ed istruzione: anzi tutte le proposte operative, concrete e dettagliatissime, giungono sino al particolare ma sempre partendo dall’emergenza educativa.
Il documento “Una scuola che parla al futuro” enuclea dunque sei tematiche o direzioni da prendere, tutte interconnesse tra loro:
1. piena autonomia degli istituti scolastici e libertà di scelta educativa per le famiglie
2. docenti e dirigenti come veri professionisti
3. percorsi di studio flessibili e personalizzati
4. ordinamenti in linea con il principio di sussidiarietà
5. valutazione esterna delle scuole
6. abolizione del valore legale del titolo di studio.
Siamo in presenza di una proposta seria ed organica, con cui sarà inevitabile confrontarsi da parte di coloro cui sta veramente a cuore il futuro dei giovani. E, lo si ripete più volte, questo Manifesto sarà oggetto di un lavoro sul lungo periodo, di un capillare dibattito all’interno della scuola italiana, per stanare tanto immobilismo e dare spazio al coraggio del cambiamento.
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