Un cristianesimo senza pretese?
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Questa storia particolare [il cristianesimo vissuto], che si racconta anche con entusiasmo, è realmente universale, conviene realmente a tutti gli uomini e a ognuno degli uomini? Ha la forza e la dignità culturale per paragonarsi con le conquiste delle scienze naturali e sociali, che sembrano ridurla a un puro sentimento soggettivo che si limita all’ambito del privato? Mi sono ricordato, in merito, della canzone di Chieffo: “Ti diranno che tuo padre era un personaggio strano, un poeta fallito, un illuso di un cristiano; ti diranno che tua madre era una sentimentale, che pregava ancora Dio mentre si dovrebbe urlare”. La storia che abbiamo narrato potrebbe essere - in fondo, in fondo - nient’altro che poesia, un’illusione che ti consola, una specie di autoconvincimento emotivo? Se negli anni 70 prevaleva il rifiuto del cristianesimo in nome di una ribellione sociale e politica, oggi la sfida è diversa, forse più profonda. Non c’è bisogno di eliminare la fede cristiana; si preferisce negare il suo carattere universale; basta chiuderla nel ghetto delle opinioni soggettive, dei sentimenti o delle convinzioni particolari, che si possono professare in privato, sempre che non abbiano la pretesa di dire la verità circa l’uomo, il mondo e Dio. |
Ho ascoltato con interesse ed entusiasmo, al Meeting, questo chiaro giudizio di Javier Prades a proposito del pericolo che oggi incombe su di noi. Se in alcune parti della terra l’odio ai cristiani si manifesta come persecuzione, qui, nella civilissima Europa, tale atteggiamento si esprime con il divieto di considerare la fede cattolica proprio come «cattolica», capace cioè di parlare al cuore di ogni uomo.
È la sfida che noi di CulturaCattolica.it vogliamo accettare, consapevoli che la fede ha la capacità di giudicare il mondo, di suggerire una posizione integralmente umana, che sa rispondere alla domanda dell’uomo in modo autenticamente ragionevole, tenendo conto cioè della totalità dei suoi fattori.
Non ci concepiamo dualisticamente, secondo lo schema per cui quello che vale per noi non è detto che valga anche per gli altri. E non abbiamo una concezione per cui la presenza sarebbe contrapposta alla azione. Amiamo troppo quello che tempo fa disse il Papa Giovanni Paolo II ai cristiani impegnati nel mondo della cultura e che è oramai diventato un cavallo di battaglia per descrivere il nostro sito: «Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta» [Giovanni Paolo II, Discorso al congresso nazionale del MEIC 1982].
Ancora di più, ci sentiamo figli di Don Giussani che così descriveva l’impatto – e quindi l’originalità e l’inizio del suo movimento – con queste parole: «Quando affrontai i primi tre ragazzi in strada dopo la prima ora di scuola, dopo il primo giorno di insegnamento al liceo Berchet, andai a casa tutto preoccupato di me stesso: con quale responsabilità, con quale autocoscienza, con quale implicazione di me dovevo rispondere e corrispondere a quello che incominciavo ad intuire parlando loro! Capivo che non potevo rivederli il giorno dopo senza prendere posizione di fronte a questa dilatazione della questione: io appartenevo a quei tre ragazzi; appartenevo non a loro, ma all’unità con essi.
Era accaduto qualche cosa. Loro non se ne accorgevano. Ma fu chiaro quando, una settimana dopo, presentarono una terza mozione ad una assemblea studentesca al Berchet, mentre tutta la storia degli anni precedenti aveva sempre visto la presenza di solo due mozioni: quella della sinistra e quella dei monarco-fascisti. La settimana dopo il nostro primo incontro essi avevano presentato una terza mozione. La presentazione di questa terza mozione fu un terremoto in scuola. Il giorno dopo ero odiato da chi sino ad allora aveva dominato la scena, mi esprimevano un odio viscerale: mi chiamò il Preside, perché erano già stati da lui a dire che io facevo politica in classe, chiedendo di esonerarmi dalla scuola. Mi sono accorto per questo di quel che avevo fatto e dell’esempio che mi davano quei tre ragazzi: avevano applicato il principio della implicazione e dell’immanenza di tutto se stessi a quello che avevo detto loro, e nella cosa più difficile, ma anche più suggestiva e più attraente per loro (dati i caratteri dei tre, di due particolarmente)». [Tracce, Appartenenza alla dimora come movimento verso l'unità della vita]
La presenza di Cristo e della Chiesa ha coinciso non con un atto di carità, un gesto di preghiera, un richiamo alla fede personale, ma con un giudizio chiaramente proposto nell’ambiente della scuola. Cultura e ambiente sono i pilastri di una fede capace di attrarre i giovani nell’avventura della sequela di Cristo.
Le iniziative e i giudizi che in questo anno intensissimo ci hanno caratterizzato sono per noi il segno luminoso della bellezza del cammino intrapreso. Un esempio per tutti: dopo avere indicato Shabhaz Bhatti come “uomo dell’anno 2011”, in contrapposizione alla piaggeria di Famiglia Cristiana nei confronti del Capo dello Stato – quella piaggeria di cui, incoerentemente, ha poi accusato il popolo del Meeting – ci ha confortato la vicinanza con il cuore del Papa, emersa proprio nel momento in cui, il 9 gennaio 2012, ha indicato quest’uomo all’ammirazione di tutta la Chiesa.
Se ci considerate amici e compagni in questo cammino, fateci conoscere e sosteneteci anche con i vostri contributi e suggerimenti. Sappiamo per esperienza che quando ci si confronta non ci si perde mai.
P.S.: Alcune notizie che ci provocano: «Ma dove stiamo andando? È questo il mondo che ci aspetta?»
• Un’altra uscita di Messori: la teologia cattolica ha ancora dei passi da fare sull’omosessualità. Vittorio Messori sulle pagine del Corriere della Sera ha recentemente scritto: “(…) per il credente dovrebbe esserci qui un motivo di profonda riflessione: se l' omosessualità, in ogni tempo e in ogni luogo, marca e marcherà sempre una percentuale (che sembra fissa), dell' umanità, può forse trattarsi di un «errore» del Creatore? Che sono, questi nostri fratelli in umanità? Sono forse «scarti di lavorazione»? Perché Dio e la sua Provvidenza non siano offesi, occorre riconoscere che anche questo fa parte, enigmaticamente, del piano da Lui voluto e da Lui attuato. La teologia, qui, ha ancora molta strada da fare.” (Corriere della Sera)
• I miracoli dell'Islam: spariti femministe, atei e indignados. È miracoloso scoprire che il raduno di migliaia di islamici all’Arena di Milano non ha scatenato le stesse reazioni provocate dal raduno cattolico con il Papa di maggio: nessuna vignetta ironica, nessuna protesta contro l’oscurantismo religioso, nessuna lamentela per il traffico, nessuna polemica sui costi, nessun presidio laico e anticlericale, nessuna bestemmia scritta sui muri, nessuna manifestazione femminista, nessuna reazione dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti, nessuna esibizione di Soggettività Lesbica, nessun intervento del Collettivo MaleFiche, nessuna catena su facebook, nessun indignados in marcia (questo in realtà era successo in Spagna e giù botte ai Papa Boys), nessun anatema dai bloggers, nessuna interrogazione parlamentare, nessuno che ha chiesto di dare invece i soldi ai terremotati, nessuna copertina del Vernacoliere, nessun escremento lanciato per fare spettacolo sul volto del Profeta, nessun wikileaks sulla Mecca, nessuna contestazione contro chi non ammette le coppie di fatto, l’aborto, i matrimoni omo, nessuna maglietta degli Iron Maiden, neanche un bambino di Satana, un tifoso del Diavolo, una Pussy Riot qualsiasi, un nipote di Van Gogh, un imam pedofilo, una mostra blasfema ma dall’alto e nobile valore artistico: eppure, quando si dice l’integrazione tra i popoli, le persone e i sessi, forse per la prima volta dopo duecento anni all’Arena le donne sono entrate separate dagli uomini... Che sia tornato il sacrosanto rispetto per le religione? O è la sgaggia degli eroi? (giornale.it)
• Sul sito del Corriere della Sera del 2 Agosto era possibile trovare due articoli che letti insieme fanno emergere una sconcertante discriminazione nei confronti dei bambini. Il primo era intitolato: «Troppi gay in hotel»: la Regione Sardegna diffida il sito internet Booking.com Il secondo: Gran Bretagna, voli aerei senza bambini. Il 37% pagherebbe di più il biglietto. La prima notizia ha suscitato la reazione sdegnata dell’assessore regionale al turismo: Come riportato da La Nuova Sardegna, tutto parte da un giudizio negativo di una coppia di giovani milanesi su un hotel isolano, criticato su Booking.com per l‘eccessiva presenza di gay. «Il personale di servizio estremamente scortese sin dall’inizio mi ha subito fatto intuire lo spirito dell’hotel – la pagella della giovane coppia –. Preferenza per coppie gay che spopolavano nella hall dell’albergo come rondini a primavera. La Sardegna offre molto meglio». Un commento che non è affatto piaciuto all’assessore regionale al turismo dell’isola che ha inviato una lettera di diffida al sito commerciale turistico Booking.com. La seconda non ha invece suscitato alcuna reazione, tanto che l’iniziativa è stata tradotta in pratica: Un suggerimento diventato realtà per l’inglese Thomas Cook Airlines, che due volte a settimana effettua voli “solo per adulti” per Creta e Gran Canaria, come pure per la Malaysian Airlines che, dopo aver creato un’apposita sezione “no kids” nella Prima Classe dei suoi Boeing 747, ha deciso di estenderla anche all’economica degli A380. Per comprendere quale sia ormai lo stato di distorsione logica in cui versa la società, e per il quale si può accettare un’affermazione e il suo contrario senza ravvisare alcun problema (stato che Orwell chiamava “bipensiero”), basta fare l’esercizio di invertire le due notizie: Prima notizia: Come riportato da La Nuova Sardegna, tutto parte da un giudizio negativo di una coppia di giovani milanesi su un hotel isolano, criticato su Booking.com per l’eccessiva presenza di bambini. «Il personale di servizio estremamente scortese sin dall’inizio mi ha subito fatto intuire lo spirito dell’hotel – la pagella della giovane coppia -. Preferenza per bambini che spopolavano nella hall dell’albergo come rondini a primavera. La Sardegna offre molto meglio». Un commento che non è affatto piaciuto all’assessore regionale al turismo dell’isola che ha inviato una lettera di diffida al sito commerciale turistico Booking.com.Secondo voi, per una notizia così,sarebbe partita qualche diffida? Seconda notizia: Un suggerimento diventato realtà per l’inglese Thomas Cook Airlines, che due volte a settimana effettua voli “solo per etero” per Creta e Gran Canaria, come pure per la Malaysian Airlines che, dopo aver creato un’apposita sezione “no gay” nella Prima Classe dei suoi Boeing 747, ha deciso di estenderla anche all’economica degli A380. Secondo voi la Thomas Cook Airlines avrebbe in tal caso avuto qualche problema legale, politico, d’immagine…? (Enzo Pennetta - libertaepersona.org)