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Sulla società incivile

Fonte:
CulturaCattolica.it

Dopo le vicende in qualche modo drammatiche che hanno coinvolto, per ragioni diverse, sia Berlusconi che il Papa Benedetto, con le sortite di autentico cretinismo dei vari interventi e fans di Facebook, alcuni anche autorevolmente hanno invocato una qualche forma di censura. Devo dire francamente che non sono d’accordo: e per una ragione semplicissima. Chi ne sarebbe colpito sarà certamente non chi lo merita, ma chi dice la verità. Per esperienza so che cosa vuol dire esprimere giudizi coraggiosi in Internet: ho subito, in seguito ad articoli faziosi e scorretti di Repubblica e del Corriere della Sera (senza che poi abbiano fatto un benché minimo accenno di autocritica) un attacco hacker che in pochissimo tempo ha messo fuori combattimento il sito (richiedendo quindi, per poter continuare nell’opera di comunicazione libera ed onesta, un aggravio di spese). Inoltre ho ancora in sospeso la notifica di procedimento a mio carico per indagini preliminari per il reato di diffamazione a riguardo di quanto pubblicato sul sito in ordine alla vicenda di Eluana Englaro. Così si colpirebbe comunque il libero pensiero, lasciando spazio, ancora maggiore, ai diffusori di calunnie, menzogne e volgarità.
«Ci vorrebbe una educazione del popolo» ha ricordato tempo fa don Giussani. E questa educazione non sarà certo fatta da Internet, anche se si potrà avvalere di questo mezzo per agire.
E qui vengo alla grave preoccupazione di questi giorni. Ho visto un lungo articolo che legge, a modo suo, la situazione interna della Chiesa, con lenti certo «politiche», che faccio fatica a condividere appieno, però rende evidente un fatto: il Papa guida questa Chiesa con un magistero straordinario, che ha bisogno di persone che lo facciano proprio, immedesimandosi con le ragioni, accettando di entrare in una logica che non è «politica» ma di «fede».
Vorrei fare due accenni, e una postilla:

1. La questione della pace, con questa puntuale precisazione: «Se il Magistero della Chiesa esprime perplessità dinnanzi ad una concezione dell’ambiente ispirata all’ecocentrismo e al biocentrismo, lo fa perché tale concezione elimina la differenza ontologica e assiologica tra la persona umana e gli altri esseri viventi. In tal modo, si viene di fatto ad eliminare l’identità e il ruolo superiore dell’uomo, favorendo una visione egualitarista della “dignità” di tutti gli esseri viventi. Si dà adito, così, ad un nuovo panteismo con accenti neopagani che fanno derivare dalla sola natura, intesa in senso puramente naturalistico, la salvezza per l’uomo».

2. La straordinaria omelia del 1° gennaio: «Più sono piccoli questi bambini, e più suscitano in noi la tenerezza e la gioia per un’innocenza e una fratellanza che ci appaiono evidenti: malgrado le loro differenze, piangono e ridono nello stesso modo, hanno gli stessi bisogni, comunicano spontaneamente, giocano insieme… I volti dei bambini sono come il riflesso della visione di Dio sul mondo. Perché allora spegnere i loro sorrisi? Perché avvelenare i loro cuori?»

La postilla riguarda una lettera che ho inviato a S. Ecc. Mons. Crociata, Segretario generale della CEI, a proposito di quanto riportato dai mass media sulle omelie dei sacerdoti in Italia: è vero che molte prediche (e nel sito lo abbiamo più volte documentato) sono lontane da un vero impegno pastorale, e non comunicano più la bellezza genuina della fede. Ma, oltre a non fare diventare gli organi di stampa cassa di risonanza di tali considerazioni, non varrebbe la pena di interrogarsi su chi abbia insegnato a questi sacerdoti a predicare? Non è forse vero che tanti sono i «cattivi maestri» anche nei seminari, e che si dà spazio – purtroppo anche nei media cattolici – a posizioni che proprio cattoliche non sono?
Chissà se questo nuovo anno sarà la riscossa della verità e della testimonianza cristiana o vedrà un decadere della coscienza cattolica nel mondo? Noi col lavoro del sito accettiamo la sfida del «Mille argomenti. Un solo giudizio», quello di Cristo e della sua Chiesa.

A tutti buon anno!

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