Se ci fosse una educazione del popolo tutti starebbero meglio
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Quella della educazione è la sfida più urgente ed attuale per ogni uomo e per la società intera. Il Papa Benedetto XVI lo ha ricordato all'Angelus del 30 ottobre 2005, con queste parole: «Meno conosciuto è... il documento sull'educazione. Da sempre la Chiesa è impegnata nell'educazione della gioventù, alla quale il Concilio riconobbe un'"estrema importanza" sia per la vita dell'uomo che per il progresso sociale (cfr Dich. Gravissimum educationis, Proemio). Anche oggi, nell'epoca della comunicazione globale, la Comunità ecclesiale avverte tutta l'importanza di un sistema educativo che riconosca il primato dell'uomo come persona, aperta alla verità e al bene. Primi e principali educatori sono i genitori, aiutati, secondo il principio di sussidiarietà, dalla società civile (cfr ivi, 3). Una speciale responsabilità educativa sente di avere la Chiesa, alla quale Cristo ha affidato il compito di annunciare "la via della vita" (cfr ibid.). Essa, in diversi modi, cerca di adempiere questa missione: in famiglia, in parrocchia, attraverso associazioni, movimenti e gruppi di formazione e d'impegno evangelico e, in modo specifico, nelle scuole, negli istituti di studi superiori e nelle università (cfr ivi, 5-12)».
Sentiamo nostro questo invito (per cui abbiamo già da tempo aperto una sezione sull'Educare e una nuova sul Rischio Educativo) e rilanciamo l'appello «Se ci fosse una educazione del popolo tutti starebbero meglio» a cui diamo tutto il nostro assenso. (Lo trovate in allegato - e sul sito www.appelloeducazione.it)