Risorgi, civiltà morente!
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A breve, il Papa stesso chiarirà indicazioni e competenze nella sua lettera apostolica di fondazione del nuovo Consiglio.

Il vaticanista Andrea Tornielli l’ha definita “fino a questo momento la novità più consistente del pontificato di Benedetto XVI”. In un momento di straordinaria difficoltà per la Chiesa cattolica, minata al suo interno da peccati e comportamenti riprovevoli, e attaccata pesantemente da forze laiciste desiderose di darle il colpo di... grazia (“per i massoni, i quali affermano continuamente la loro grande tolleranza, l’uomo da abbattere è il Papa”, ha sostenuto in un’intervista a Tempi l’ex Venerabile Maurice Caillet), Papa Benedetto si erge forte solo della potenza del Signore, e afferma: “La missione di Cristo è ancora ben lontana dal suo compimento”.
La parola “nuova evangelizzazione” correva già da decenni come un leitmotiv della missione della Chiesa; come ha ricordato lo stesso Papa Benedetto, sono stati Paolo VI e soprattutto Giovanni Paolo II a riproporla insistentemente, motivandone l’urgenza.
Del resto le “cronache d’Europa” parlano di un continente vecchio non solo demograficamente: incapace di riconoscere le proprie radici, asservito alla dittatura del nichilismo e del relativismo, franato pericolosamente sulla china della barbarie in quanto a rispetto della vita e della persona...
Non è solo la pratica religiosa a venir meno (confrontando la propria moschea brulicante di fedeli con le vicine chiese semivuote, in una intervista del 2006 l’imam di Evry (Parigi), Khalil Merroun, ha affermato: “La Chiesa cattolica deve convincersi che l’Europa non le appartiene”).
E’ il tipo umano generato dalla fede ad essere pericolosamente latitante dalla vita, e questo crea una povertà spaventosa nelle società dell’Occidente.
“Può un uomo rinascere quando è vecchio?” Terra del tramonto, civiltà morente?
E’ facile attardarsi nel lamento sulla malizia dei tempi, il Papa invece taglia corto: l’“eclissi del senso di Dio” è “una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del messaggio di Cristo”. Un nuovo strumento, un rilancio della missione.
“Tornare all’essenziale: mettere al centro l’annuncio di Gesù”, ha risposto mons. Rino Fisichella, nominato dal Papa alla guida del nuovo Dicastero, a chi gli chiedeva una prima indicazione sul lavoro da compiere.
“È un’opera in costruzione, dobbiamo riflettere e trovare gli strumenti, i linguaggi e le forme perché l’annuncio di Gesù possa ancora suscitare la fede nell’uomo contemporaneo...
È importante chiarire una cosa: non si comincia da capo, in tutte le Chiese c’è una grande vitalità, sono sorti movimenti e associazioni, ci sono le parrocchie e il volontariato. E nostro compito sarà leggere tutto questo fermento e farlo diventare un progetto comune e unitario, nel rispetto delle diverse tradizioni.”
Fiduciosi soltanto nella potenza di un Altro, e testimoni della convenienza umana dell’incontro con Cristo, in tutti i tempi e in tutti i luoghi.