Proviamo a ripensare la comunicazione
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Fides ex auditu, la fede deriva dall’ascolto (San Paolo, Rom. 10, 17): “La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo”. Oggi, invece, è molto in voga compiere presunti cammini di fede, seguendo la strada virtuale del web, da internet a facebook, da twitter a uozzap. Questo comporta rischi gravissimi, a mio parere, ampiamente sottostimati.
Oggi assistiamo ad un vero e proprio “magistero” virtuale e parallelo, in cui si mischiano cose buone a molte cose cattive e in cui l’insulto, se non addirittura l’odio, la fanno da padroni. Ogni sorta di notizia, vera o falsa che sia, gira incontrollata e virale per tutto il mondo; ogni santo giorno siamo subissati da una valanga di notizie, che, molto spesso, contribuiamo a diffondere senza alcun discernimento. Un mio caro amico sacerdote mi raccontava che una signora ogni giorno gli invia decine di notizie su papa Francesco, notizie prese dai blog più improbabili. Questa non è una cosa buona, ma è intrinseca al sistema blog-fb-uozzap. Qualcuno, come Antonio Socci, inizia ad alzare le antenne e ad accorgersi del pericolo (QUI).
I social network sono nefasti, perché appartengono al Principe di questo mondo, al cavrù come lo chiama il mio caro Massi. Cercherò di spiegarmi meglio, utilizzando le notevoli intuizioni del sociologo cattolico Marshall McLuhan (1911-1980), esperto nel sistema comunicativo mediatico. L’espressione “il mezzo è il messaggio”, considerata la riflessione più importante di McLuhan, sta ad indicare che il vero messaggio che ogni media trasmette è costituito anche dalla natura del media stesso. Quale fosse per McLuhan la natura del mezzo elettronico l’ha espresso chiaramente nel suo libro La luce e il mezzo ed in un’intervista postuma pubblicata su Avvenire (consiglio di leggerla completa in allegato):
«Credo che le forze poderose che ci hanno investito con l’elettricità non siano state tenute nel benché minimo conto da parte dei teologi e dei liturgisti. Sento che questi grandi movimenti sono passati inosservati. I teologi devono avere l’impressione – ritengo – che tutto ritornerà presto come prima. Non è così! Le cose non si fermeranno più. Alla velocità della luce, in una cultura che cambia da un giorno all’altro, quando, si può vivere un secolo in dieci anni, quando ogni giorno della nostra vita ci conduce perlomeno attraverso cent’anni di sviluppo storico, bisogna pure che noi adattiamo la nostra vita psichica e biologica perché essa cambi con la stessa velocità. Tale impresa ci fa paura. Noi non siamo fatti per cambiare con una tale rapidità. È lo choc del futuro descritto da Toffler: “Andiamo troppo in fretta, non possiamo adattarci”. A questa velocità non ci si può adattare a niente. Tutto il nostro modo di pensare è basato sull’equilibrio. Ma no! L’equilibrio è un principio ereditato da Newton. Non c’è nessun equilibrio possibile alla velocità della luce: né in economia, né in meccanica, né nella Chiesa, né altrove».
«Ma ecco irrompere oggi il mondo elettronico di tipo acustico, che è istantaneo e simultaneo, pronto a formare delle vaste unità globali di risonanza. Esso ignora ogni specializzazione, ogni frammentazione, ogni logica. La Chiesa vede le proprie strutture culturali slittare sotto i suoi piedi; quando tutto si muove alla velocità della luce – cioè dell’elettricità – il mondo greco-romano perde il proprio peso. L’uomo elettrico è un “super-angelo”. Quando telefoniamo è come se non avessimo un corpo. L’uomo elettronico non ha essenza carnale; è letteralmente disincarnato. Ora, un mondo disincarnato come quello in cui ci troviamo a vivere è una minaccia formidabile per la Chiesa incarnata e i teologi non si sono ancora nemmeno degnati di gettare uno sguardo su un simile problema».
È vero che i teologi cattolici non hanno neppure affrontato il problema, però quelli del cavrù sì! Scrive Fabio Trevisan, recensendo il libro “La bella addormentata” di Gnocchi e Palmaro,:
La risonanza mediatica del Concilio, hanno annotato gli Autori, citando gli studi di uno storico progressista famoso come Giuseppe Alberigo (1926-2007), è stata orientata e pilotata da giornali e televisioni, i quali travisano il messaggio in quanto lo scopo non è la trasmissione del vero, ma la propria diffusione (il mezzo è il messaggio). Ovvero, la scena è dominata dai mass-media che comunicano se stessi. Conseguentemente, hanno rilevato gli Autori, affidando il proprio destino ai mezzi di comunicazione, il Concilio Vaticano II ha posto le premesse perché la lettera dei suoi documenti dovesse essere scritta e interpretata alla luce di altro, di un “trascendentale ideologico”… adottando così un linguaggio (“trascendentale tecnico”) di cui la Chiesa non era padrona.
Questo ha provocato, e tutt’ora provoca, una vera e propria catastrofe, che si manifesta nell’anti-chiesa. Ecco la frase capolavoro di McLuhan:
Gli ambienti dell’informazione elettrica – che sono completamente eterei – nutrono l’illusione del mondo come sostanza spirituale. Questo è un ragionevole fac-simile del Corpo mistico, un’assordante manifestazione dell’Anticristo. Dopo tutto, il Principe di questo mondo è un grandissimo ingegnere elettronico.
Possiamo facilmente immaginare cosa direbbe McLuhan dei mezzi mediatici odierni!
Attenzione a come utilizzate uozzap, fb e diavoleri varie: non sono strumenti neutri, la loro costituzione è creare informazione confusa e seminare odio…
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia!
Qui trovate il video del discorso della madre ai giovani durante i funerali del ragazzo suicida a Lavagna. Purtroppo si trova su Youtube con i commenti di coloro che lo hanno visto. Sono la documentazione comunque di quanto nell’articolo avete letto!