Prima che faccia notte (aspettando i cattolici in rete...)
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Nel suo racconto “Le terre vaghe”, C. S. Lewis descrive un’esperienza singolare. Il protagonista, annoiato da una vuota conversazione, dopo aver fissato a lungo ma senza interesse il volto di una ragazza, si ritrova in modo misterioso all’interno della mente di lei. Qui, dopo lunghi momenti di smarrimento, si accorge che la realtà, vista con gli occhi della giovane donna, assume una strana caratteristica: solo le cose che rivestono per lei interesse hanno una precisa consistenza e definizione (i gioielli, i vestiti femminili, i fiori da bouquet...); tutto il resto è orribilmente impreciso, “vago” appunto, rivelatore di un’attenzione distratta e inconsapevole. Questo racconto ci è venuto in mente leggendo la descrizione della presenza dei cattolici in rete fatta dal settimanale “Famiglia cristiana” in uno dei suoi ultimi numeri. Secondo tale descrizione i cattolici sarebbero fanalino di coda su Internet: organizzatori di siti squallidi, poveri, retrogradi culturalmente, devozionali, superstiziosi, integralisti... Una sfilata da Museo dell’orrore. Che su Internet ci sia di tutto è accettato per definizione da chi frequenta la rete; quest’ultima è paragonabile ad una metropoli dove è possibile assistere a spettacoli di estrema degradazione accanto a cattedrali sfolgoranti e maestose. Che però un panorama variegato e sfaccettato sia ridotto ad informi macchie di colore accanto a piccoli particolari ben illuminati (come nel racconto di Lewis) rivela una capacità di lettura piuttosto povera ed asfittica. Siamo nel paese dei campanili e dei personalismi, per cui non ci meraviglia più di tanto che ognuno veda solo ciò che vuol vedere, e chiuda gli occhi (più o meno consapevolmente) su ciò che non rientra nel suo schema. Ci fa dispiacere comunque che una presenza più che decennale, come è quella di CulturaCattolica.it, collegata negli ultimi tempi a un gruppo di siti e blog combattivo e vivace come quello di SamizdatOnLine.it, sia considerata meno di zero. Che immagine si vuol contrabbandare di sito “vivo ed attivo”? Forse quella di chi rincorre ogni vento di dottrina e di protesta, ogni fronda intraecclesiale, magari con propensione più o meno “sinistra”? Non ci riconosciamo in questo stereotipo della vitalità; né tanto meno poniamo la nostra speranza in uno strumento sia pure versatile ed utile come Internet. Senza un soggetto vero, consapevole, che viva un’esperienza di Chiesa e da questa tragga i giudizi che possano aiutare ed illuminare altri, senza un nesso con rapporti reali, senza cioè che la Rete diventi luogo di vera amicizia e di possibilità di incontro vero, a nulla varrebbe il nostro agitarci. Forse lo hanno capito meglio gli hackers che nel novembre 2006 ci hanno attaccato per parecchi giorni dopo che avevamo criticato uno sceneggiato televisivo favorevole all’omosessualità. Non ci sentiamo fanalini di nessuna coda, e non dobbiamo chiedere patenti a nessuno. Tentiamo con le nostre forze ed i nostri limiti di ricostruire e di dare voce al popolo cristiano esposto a duri e furibondi attacchi. Ci piacerebbe in questo incontrare la concordia e la sim-patia (sentire comune) di quanti hanno lo stesso nostro desiderio. Altrimenti, diceva Bob Dylan: “per entrambi è passato un altro giorno / e abbiamo ancora mille miglia da fare”.