Parigi 2015
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L’imperatore bizantino Manuele II Paleologo, durante i quartieri d'inverno del 1391 presso Ankara, rivolgendosi ad un colto persiano su Cristianesimo e islam, e sulla verità di ambedue

Mentre rileggo con attenzione la Lectio Magistralis di Ratisbona di Benedetto XVI del 2006, la radio in sottofondo aggiorna costantemente il numero delle vittime di Parigi… 80, 90, 100,128…
Ancora sangue, ancora orrore, ancora morte. E poi ancora rabbia, ancora paura, ancora incredulità. La Francia, il paese in cui vivo, e per il quale lavoro, è di nuovo colpita al cuore al grido disumano “allah akbar”. Le tenebre islamiche hanno squarciato ancora una volta le luci della scintillante notte parigina. Non è passato nemmeno un anno dalla “strage di Charlie Hebdo”. Un anno durante il quale altri cinque attentati sono stati sventati di un soffio, durante il quale oltre tremila musulmani “francesi” sono partiti per combattere insieme all’Isis, durante il quale quattromila musulmani “francesi” sono stati schedati dai servizi come potenziali terroristi e posti sotto osservazione. Ma non è bastato.
Ancora sangue, ancora orrore, ancora morte. E poi ancora rabbia, ancora paura, ancora incredulità. E adesso? Come a gennaio dovremmo sopportare ancora sentimentalismo, ancora retorica politically-correct, ancora sermoni ideologici intitolati: “questo non è l’islam, l’islam è pace”? Probabilmente sì.
Perché questo? Perché abbiamo perso l’abitudine di prendere e di pretendere gli strumenti per giudicare la realtà, abbiamo cioè sottomesso la ragione all’insopportabile giogo del sentimentalismo.
Dovremmo invece chiederci una cosa: “Siamo sicuri che questo non sia l’Islam?”, e avere il coraggio di giudicare l’ideologia islamica, senza però farci trascinare nell’inutile e sbagliata semplificazione di voler giudicare i musulmani. La persona si salva sempre, certamente, ci sono tanti musulmani buoni, certamente! chi lo nega? e a chi interessa? Ma verso le ideologie no, si ragiona in modo diverso, un’ideologia si studia, si cerca di capire che uomo mira a costruire, che umanità tende a modellare.
E per conoscere l’ideologia islamica occorre leggere la costituzione dell’uomo islamico, che si chiama: Corano, il testo divino dettato dall’arcangelo Gabriele ad un certo Maometto. Io l’ho letto. Un testo estremamente ambiguo: pieno di norme, di regole, di imperativi, nel quale possiamo leggere fin troppe volte l’ordine di fare agli “infedeli” più o meno ciò che ieri sera “i fedeli” hanno fatto a Parigi. Si tratta in fondo del modus operandi con il quale questi fedeli di Maometto, e Maometto stesso, hanno diffuso l’Islam in mezzo mondo: la spada e la violenza.
Con quale criterio allora possiamo affermare che “non esiste alcun cordone ombelicale che unisce il Corano ai fatti di ieri sera, di un anno fa”?… il costante ritornello dei maîtres à penser sui media, stamattina così come nel gennaio scorso è che non bisogna confondere l’islam buono con l’islam cattivo…
Nessuno ha il coraggio di dire che un legame tra terrorismo e Islam esiste, (eccome!) e che la prova sta non solo nella ferocia delle prescrizioni coraniche, del djihad (e del profeta coranico), etc., ma proprio nel fatto che in tutti i paesi a maggioranza islamica del mondo i non musulmani sono umiliati, perseguitati e discriminati proprio in nome del Corano! Tutti i giorni.
Certo, dai noi succede più raramente…Intanto ieri sera è successo, di nuovo.
Esiste poi, da ormai due anni, in Medio Oriente uno Stato che ha raggiunto più o meno la superficie della Germania e che si chiama Stato Islamico, dove si uccidono quotidianamente uomini innocenti, dove si distrugge un patrimonio artistico che appartiene a tutta l’umanità, dove si consumano quotidianamente orrori che farebbero impallidire la Germania di Hitler, in nome di un testo religioso/ideologico/normativo capace di fare impallidire il Mein Kampf.
Ormai è inutile aspettare una presa di posizione, o un intervento dal mondo arabo c.d. “moderato”, perché non arriverà. Il mondo musulmano “moderato” ci ha dimostrato, con l’assordante silenzio delle sue istituzioni, con l’imbarazzante ambiguità dei suoi teologi e dei suoi governi, nient’altro che la sua nonesistenza. Nessuno stato musulmano muoverà un dito contro la furia islamista, nessuno stato musulmano conoscerà mai libertà religiosa per i non musulmani.
Cosa aspetta allora l’occidente a intervenire? con un vero esercito di terra per distruggere l’Isis, ad esempio…
Cosa aspettano i nostri governi a pretendere dai governi dei paesi islamici (con i quali gli intrecci economici e finanziari sono all’ordine del giorno, Hollande era in Arabia Saudita dieci giorni fa), una cosa chiamata Reciprocità. moschee in Europa? E allora chiese e sinagoghe da loro! Rispetto assoluto dei precetti islamici a casa loro? e allora rispetto per le nostre tradizioni, per i nostri simboli e per la nostra Arte (è bene ricordarlo in questi giorni) in casa nostra!
Troppo facile, troppa retorica…nel battersi il petto oggi dicendo: siamo tutti Francesi, siamo tutti Charlie, quando poi, una volta passata la commozione, siamo disposti a calpestare proprio quel patrimonio culturale e tradizionale (o a dare del fascista a chi in quel patrimonio crede ancora) che ci rende Francesi, Italiani, Europei etc…per il puro compiacimento di un’ideologia sinistroide, multiculturalista, buonista e autoreferenziale…è intollerabile, e i nostri politici sono complici in modo osceno in tutto ciò.
Quando lo capiremo?
Quante altre notti di sangue, di orrore, di morte?
“29. Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati. |