P. Romano, «Un saluto dai tuoi figli»
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Ho ascoltato questa bella rievocazione della sua figura al funerale, a Seriate, di Mons. Francesco Braschi, Ringraziamento e saluto al termine delle esequie di padre Romano Scalfi. 28 dicembre 2016, chiesa parrocchiale SS. Redentore di Seriate (BG).
La pubblico dal sito «La Nuova Europa»

Eccellenze reverendissime, carissimi confratelli nel sacerdozio e nel diaconato, fratelli e sorelle carissimi,
vorrei tentare di dare voce, al termine di questa celebrazione eucaristica nella quale ancora una volta abbiamo ricevuto «ogni dono perfetto» dalla Santissima Trinità e abbiamo riconosciuto come di questo abbia vissuto ogni istante della sua esistenza padre Romano, ai sentimenti e ai pensieri che abitano il cuore e la mente di quanti, membri e collaboratori di Russia Cristiana, abbiamo condiviso la sua vita e accompagnato gli ultimi mesi del suo cammino terreno.
La prima e più vera, anzi, l’unica parola che possiamo e dobbiamo dire è quella di una gratitudine, immensa, traboccante ogni nostra immaginazione, e capace di sormontare e vincere tristezza e smarrimento.
Gratitudine alla Misericordia divina, per aver scelto padre Romano come Suo canale privilegiato, rendendo fecondo oltre ogni misura il suo sacerdozio e il suo carisma di paternità spirituale. In questi giorni stiamo continuamente vivendo lo stupore di mille e mille voci che ci attestano, ben al di là ogni nostra attesa e immaginazione, che l’incontro con lui è stato il luogo di esperienza della Grazia divina e dell’Amore di Cristo per una vera moltitudine di persone. Nella confessione, nella predicazione, nel colloquio, nell’ascolto, padre Romano ha segnato in modo decisivo il ritorno alla fede per tanti mariti, mogli, figli, consacrate, consacrati... e per molti, segnati da momenti di oscurità e perfino di rifiuto, ha continuato a pregare e a offrire silenziosamente, ma costantemente.
Gratitudine per la Chiesa, che qui ci abbraccia, ci consola e ci rigenera con sempre più profonda maternità attraverso la presenza di sua eccellenza Francesco Beschi, vescovo di Bergamo e di sua eccellenza Luigi Bressan, vescovo emerito di Trento: attraverso di voi è simboleggiata tutta la vita di padre Romano: la Chiesa che lo ha generato alla fede e ha riconosciuto la sua vocazione al sacerdozio, e la Chiesa che ha ospitato e sostenuto lui e la sua opera, lo ha amorevolmente accompagnato – come non ricordare la visita che sabato scorso Lei, eccellenza, ha fatto a padre Romano dandogli una gioia immensa – fino all’incontro con Cristo, e insieme alla chiesa di Milano, che ha visto il nascere di Russia Cristiana e a cui appartengo, gli ha donato in don Paolo un aiuto e un collaboratore prezioso.
Gratitudine per il movimento di Comunione e Liberazione, il cui fondatore, il Servo di Dio mons. Luigi Giussani, è all’origine stessa di Russia Cristiana: furono l’incontro e l’amicizia con lui – diceva sempre padre Romano – a fargli capire che non solo con le conferenze e gli articoli, ma innanzitutto con una esperienza di unità e di fraternità nella Chiesa cattolica, avrebbe potuto dare origine a una vera capacità di accoglienza, amicizia e dialogo con i cristiani ortodossi della Russia, ma anche con ogni altro credente in Cristo. E, possiamo e dobbiamo dirlo, da questa amicizia e unità con don Giussani e i suoi discepoli (in particolare i Memores Domini e gli amici del Meeting di Rimini) è nata una serie di fatti e di incontri che hanno plasmato, arricchito e consolidato in modo decisivo la fisionomia di Russia Cristiana. Non è un caso che padre Romano abbia voluto esplicitamente ricordare nel suo testamento spirituale «i collaboratori e gli amici di Russia Cristiana e di Comunione e Liberazione», indicandoci così la coessenzialità di questi due carismi della Chiesa come via maestra per la fecondità apostolica della sua eredità, e che tra gli ultimi incontri della sua vita ci sia stato – venerdì 16 dicembre – quello con don Julián Carrón, in occasione del quale davvero abbiamo visto per un poco rifiorire le sue ultime forze, fino a riuscire per l’ultima volta a mettersi sulla sedia a rotelle.
Gratitudine, ancora, per la portata davvero cattolica, «sobornica», ed «ecumenica» del pensiero, del metodo e dell’azione missionaria di padre Romano. In questi giorni è impressionante ascoltare le voci che vengono dalla Russia e in particolare dalla Chiesa ortodossa: si sta palesando, nella risposta all’annuncio della morte di padre Romano, una reale unità spirituale, di preghiera e di gratitudine e amicizia. È qualcosa di assai superiore a quanto avremmo potuto immaginare: segno di un’azione nascosta ma realissima dello Spirito del Signore che, dai mille semi gettati da padre Romano o per impulso suo, sta creando radici sotterranee tra loro strettamente intrecciate, e prepara un germogliare che davvero sarà un’opera del Signore, una meraviglia ai nostri occhi. Siamo consapevoli che proprio qui ci è chiesto di guardare, pazientare, ascoltare e seguire: perché l’opera di un Altro continui ad affermarsi e noi le obbediamo con tutti noi stessi.
Questo, infatti, è il compito di Russia Cristiana. Continuare ad offrire una vera amicizia in Cristo, perché ogni credente sia sempre più radicato nella sua appartenenza a Cristo, e così si renda disponibile all’unità che Egli stesso compie. E, per questo compito, donare ogni nostra forza e respiro.
Infine, desideriamo dire una parola di gratitudine alle molte persone che hanno servito e accompagnato fin nei compiti più umili e nascosti la vita e gli ultimi anni di padre Romano. È impossibile enumerarli tutti, ma vogliamo esprimere il nostro grazie a questa città di Seriate, e a questa terra benedetta di Bergamo, nella quale ancora tanta fede e tanta umanità radicata nella fede cristiana fioriscono e accompagnano opere e giorni.
E concludiamo con la parte centrale del testamento di padre Romano, come viatico che segna il cammino per noi e ci fa riascoltare la sua viva voce:
Ringrazio il Signore per tante grazie ricevute e confido nella Sua misericordia. Ringrazio uno per uno i collaboratori e gli amici di Russia Cristiana e di Comunione e Liberazione e tutti quelli che ho incontrato. A tutti chiedo perdono per le mancanze mie nei loro confronti.
Non vi è nulla che appaghi come la felicità di sapersi amati da Cristo e poterlo incontrare in ogni volto, in tutte le circostanze.
Affido me stesso e tutti alla protezione della Madre di Dio alla cui intercessione e protezione devo la mia vocazione sacerdotale, e chiedo agli amici di Russia Cristiana di amare la Russia nonostante tutto.
Grazie, padre Romano. Eterna memoria. Accompagnaci con la tua intercessione dal Cielo.