Condividi:

#NotreDame La speranza e la preghiera

Fonte:
CulturaCattolica.it
Questo contenuto è fornito da terze parti (www.youtube.com). Per visualizzare il video è necessaria l'accettazione dei cookie di YouTube.
Accetta cookie di Youtube
Potrai modificare in futuro la tua scelta cliccando "Gestione Cookies" a fondo pagina.
Per saperne di più Ti invitiamo a leggere la nostra cookie Policy.

È terribile vedere certe immagini, che in questi tempi sembrano riportare il cuore di noi uomini al grido di dolore, quasi senza speranza, perché feriscono una immagine idilliaca, pacificata e pacificante della Chiesa.
Ricordate il gabbiano e il corvo che uccidono la colomba fatta volare dalla finestra del Papa, qualche tempo fa? E il fulmine sulla cupola di San Pietro per la rinuncia di Papa Benedetto?

Ora l’incendio di Notre Dame di Parigi sembra mettersi in quella linea di segni oscuri e misteriosi, che ci interrogano sul significato della storia.
Sono certo passati i tempi in cui si poteva leggere, dietro avvenimenti terribili e inspiegabili come questi, un ammonimento divino. Sappiamo tutti a quale gogna mediatica è stato sottoposto quel sacerdote che si è permesso di parlare di castigo divino di fronte alle tragedie che hanno colpito, in maniera imprevedibile, tanti fratelli uomini.

Non cercheremo quindi spiegazioni, lasciando alle pagine della Apocalisse e dei visionari una lettura che ci metta di fronte alla inspiegabilità di questi accadimenti.
Posso solo ricordare quanto il vangelo, in questi giorni, ci ha riportato delle parole di Gesù:


In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Luca, 13, 1-5).


Quello che è certo è che i volti di coloro, per lo più giovani, che si sono raccolti a pregare, lasciando da parte la tentazione dello smartphone, sono il grido della speranza e il suggerimento dell’atteggiamento giusto di fronte a ciò che accade.
Grazie a tutti quei siti che non hanno nascosto questi volti in preghiera.

Vai a "Abbiamo detto... Gli Editoriali"