Ministro, ci sei o ci fai?
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Ho letto con stupore e sconcerto quanto le agenzie di stampa riferiscono a proposito dell’inserimento delle «scuole private» tra i soggetti da controllare per quanto riguarda coloro che «erogano beni e prestazioni di servizi considerabili di lusso». Così il testo della circolare 13 del 9 aprile 2009: «Ulteriori acquisizioni informative saranno realizzate dagli Uffici mediante specifiche “campagne” esterne, coordinate a livello centrale, volte al rilevamento di cessioni di beni e di prestazioni di servizi considerabili “di lusso” effettuate da soggetti operanti nelle rispettive circoscrizioni (porti turistici, circoli esclusivi, scuole private, wellness center, tour operator, e così via).»
Francamente, oltre alla strana dizione «scuole private», oramai inesistente a livello di legislazione nazionale (si parla, dal 2002 di «scuole paritarie», all’interno dell’unico sistema pubblico di istruzione), mi pare che qui si giochi con la realtà, al servizio di una ideologia che – dopo avere negato il sostanziale e costituzionale diritto alla libertà di educazione – rende tali scuole le «scuole dei ricchi», perché coloro che desiderano utilizzarle (e non sono, per la maggior parte, i «ricchi», ma famiglie che hanno a cuore l’educazione dei propri figli) devono pagarsele, dopo avere anche pagato le tasse per un servizio di cui non si avvalgono.
Chiediamo chiarezza e rispetto per tutti, soprattutto da un governo che ha fatto e sta facendo iniziative positive in molti campi, ma che a volte sembra segnato e influenzato da una mentalità massonica e anticattolica che non contribuisce allo sviluppo del Paese.
Di fronte alla grave «emergenza educativa» credo che non sia da penalizzare, ma da favorire tutto ciò che fa fare un salto di qualità alla istruzione e alla cultura del popolo.
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