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Ma dove è questa «libertà di espressione»?

Autore:
Costa, Luca
Fonte:
CulturaCattolica.it
Chissà perché Michela Marzano, cita questa frase di Bertrand Russel:«Il problema dell’umanità è che gli sciocchi e i fanatici sono estremamente sicuri di loro stessi, mentre le persone più sagge sono piene di dubbi.»? Forse per farci capire, nella sua granitica certezza, da che parte sta? Ci chiarisca però: sciocca, fanatica o entrambi?

La libertà di espressione. Che cos’è? Per chi vale? Quando vale? Dove, in quali paesi viene davvero tutelata?

In questi giorni (melo)drammatici, vediamo la Francia intera scendere in piazza al grido di “Je suis Charlie”, per dimostrare da un lato la, sacrosanta, solidarietà alle vittime di un vile attentato, e dall’altra in difesa della libertà d’espressione.

Ah, alla buon’ora. Adesso in Francia ci si rende conto che la libertà d’espressione è in pericolo! Come se fosse Charlie Hebdo la cartina tornasole della libertà d’espressione di un paese!!!

Parliamoci chiaro, in Francia, come in Italia, la libertà d’espressione è una formula buona per gli aperitivi al festival dell’unità.

Faccio un semplice esempio: primavera 2012, manca una manciata di settimane alle elezioni presidenziali. I socialisti sono avanti nei sondaggi ma di poco.

Lo storico Reynald Secher ha da tempo in calendario un lungo intervento in diretta su FranceCulture, un’istituzione di grande spessore e grande rilievo in Francia. Tema? Il genocidio della Vandea cattolica e realista per mano della Prima Repubblica, per mano del terrore giacobino e comunista. 300.000 morti di cui la Francia non vuole sapere nulla.

Indovinate com’è andata a finire? Intervista cancellata a un paio d’ore dalla diretta, senza dare spiegazioni allo storico, il quale in seguito, per aver osato toccare un tasto così delicato, ha visto compromessa la sua carriera universitaria! niente male!

Per la cronaca, alcuni dei libri di Secher sono pubblicati in italiano e vanno letti assolutamente perché sono dei capolavori, ma il discorso è un altro… libertà d’espressione? Vale sempre e solo per ciò che è politicamente corretto, e quindi progressista e quindi comodo al potere. Semplice come la proprietà transitiva. Per gli altri… vedremo…

Quello di Secher è solo un esempio, ce ne sarebbero tanti altri… mi piacerebbe che qualcuno andasse a pescare alcuni articoli di un paio di anni fa degli sbandieratori di oggi della libertà d’espressione. Ad esempio “l’onorevole” PD Michela Marzano, che il giorno prima dell’attentato a Charlie Hebdo stigmatizzava in diretta tv il romanzo “Sottomissione” di Houellebecq (senza averlo nemmeno letto!), ovvero censurava come inammissibile la libertà d’espressione di un artista controverso, oppure andrei a rileggere quando nel 2013 tuonava contro la Manif pour Tous (la Francia peggiore! Come si può lasciarli manifestare! gridava l’“onorevole”)… oggi tutti a piangere e a strapparsi i capelli per Charlie Hebdo… e la Marzano noi dove l’abbiamo messa?… in Parlamento ovvio…

Ripeto. Massimo rispetto per i morti di Charlie Hebdo e per gli altri, persone che hanno perso la vita facendo ciò in cui credevano, la loro uccisione è un atto imperdonabile, indimenticabile e vergognoso. Ma non basta poter bestemmiare, fare satira, mettere tutte le religioni nella spazzatura per dire che in un paese c’è o meno la libertà d’espressione…

Chi scese in piazza per Reynald Secher? Nessuno… Chi si scandalizzò? Nessuno. Quante vignette dedicò Charlie Hebdo al caso Secher? Zero…

La libertà d’espressione è un’altra cosa.

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