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L’impossibile unità

Fonte:
CulturaCattolica.it
Come l'educazione in generale, quella ai media richiede formazione nell'esercizio della libertà. Si tratta di una responsabilità impegnativa. Troppo spesso la libertà è presentata come un'instancabile ricerca del piacere o di nuove esperienze. Questa è una condanna, non una liberazione! La vera libertà non condannerebbe mai un individuo - soprattutto un bambino - all'insaziabile ricerca della novità. Alla luce della verità, l'autentica libertà viene sperimentata come una risposta definitiva al "sì" di Dio all'umanità, chiamandoci a scegliere, non indiscriminatamente ma deliberatamente, tutto quello che è buono, vero e bello. I genitori sono i guardiani di questa libertà e, dando gradualmente una maggiore libertà ai loro bambini, li introducono alla profonda gioia della vita (cf. Discorso al V Incontro Mondiale delle Famiglie, Valencia, 8 Luglio 2006).

Unità, desiderio supremo del cuore umano, ma nel mistero del mondo l'uomo ferito vi anela senza riuscire a realizzarla! Tutte le Torri di Babele, le Internazionali, le Isole utopiche del Sole e le società futuristiche de "Il padrone del mondo" di Benson vagheggiano un mondo di persone affratellate, "Liberté Egalité Fraternité" si cantava in Francia mentre fiumi di sangue scorrevano dalle ghigliottine sempre al lavoro.
E anche l'inno mellifluo del pacifismo senza frontiere, il lennoniano "Imagine", dipinge sulla tela del futuro una "fraternità di uomini" senza Paradiso, senza Inferno e senza religioni. Fratelli si chiamano, ma senza Padre o contro il Padre: quale unità è possibile e in nome di che cosa? Nel nome del niente; e non a caso il "Nutopian International Anthem", l'inno internazionale di Nutopia, una creazione fantastica di John Lennon a cui si poteva aderire per diventarne ambasciatori universali, collocato in coda al suo disco "Mind games", consiste in tre secondi di perfetto silenzio: il nulla!
Di contro sta l'esperienza della Tavola rotonda di arturiana memoria: essa scende dal cielo (come dono divino) con i seggi di legno già incisi a lettere d'oro (ciascuno vi è chiamato per nome); tutti si riuniscono attorno a una guida riconosciuta (re Artù), cui giurano fedeltà e devozione; ogni giorno dovrà accadere un'avventura (la vita come attenzione all'avvenimento sempre nuovo di ogni istante); la compagnia sarà utile a chi vi partecipa ed agli altri (chiunque cerchi aiuto dovrà trovarlo); il grande compito di tutti sarà cercare il Santo Graal (il significato della vita). E in questo ci si aiuterà a vicenda: "Appena si furono seduti si sentirono pieni di dolcezza e di amicizia". E' facile notare in questa esperienza le caratteristiche della comunione cristiana: e non a caso la rottura dell'amicizia, della unità coincide con l'insinuarsi del peccato, della dimenticanza di Dio e del tradimento.
Ma l'unità, anzitutto dei credenti in Cristo, per la quale stiamo pregando in questi giorni, può divenire anche profezia, annuncio di bellezza, possibilità per tutti, risposta al disperato richiamo dell'uomo diviso. Per questo ha detto Papa Benedetto: "Il cammino dell'unità resta certamente lungo e non facile; occorre tuttavia non scoraggiarsi e continuare a percorrerlo; l'unità è dono di Dio e frutto dell'azione del suo Spirito. Per questo è importante pregare. Più ci avviciniamo a Cristo convertendoci al suo amore, più ci avviciniamo anche gli uni agli altri".
L'impossibile unità è già notizia quotidiana nel Corpo di cui Cristo è il capo e noi siamo le membra.

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