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L'ignobile attacco a Benedetto, uomo di Dio. Grati della Sua risposta

Fonte:
CulturaCattolica.it
Siamo purtroppo abituati all'odio del mondo, e soffriamo quando un Padre nella fede viene ingiustamente attaccato e offeso. Ricordiamo con dolore quanto accadde in occasione della Remissione della scomunica dei 4 Vescovi consacrati dall'Arcivescovo Lefebvre, e le parole accorate di Papa Benedetto: «Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato di dovermi colpire con un’ostilità pronta all’attacco... "Che la libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!" Sono stato sempre incline a considerare questa frase come una delle esagerazioni retoriche che a volte si trovano in san Paolo. Sotto certi aspetti può essere anche così. Ma purtroppo questo "mordere e divorare" esiste anche oggi nella Chiesa come espressione di una libertà mal interpretata. È forse motivo di sorpresa che anche noi non siamo migliori dei Galati? Che almeno siamo minacciati dalle stesse tentazioni? Che dobbiamo imparare sempre di nuovo l’uso giusto della libertà? E che sempre di nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema: l’amore?»

Siamo vicini a Papa Benedetto e fieri della sua testimonianza



Abbiamo imparato ad amare il Papa emerito e a rallegrarci della sua visita nella nostra Diocesi, ascoltando le sue parole di verità e di impegno, riconoscendo in lui un maestro perché mite testimone, fermo nell’insegnamento e capace di ascolto e di incontro.

Abbiamo seguito un magistero capace di dare ragioni alla fede, e correzione al cammino personale.

Abbiamo condiviso la sua diagnosi quando, nella s. Messa Pro eligendo pontifice ci ha ricordato: «Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.»

Ora questo grande uomo che Dio ci ha donato come pastore per la nostra fede è ignobilmente e ingiustamente attaccato con accuse infamanti, senza prove, solo per quell’odium fidei che sembra essere il paradigma di tanto pensiero contemporaneo.

Noi, che abbiamo imparato ad amare la Chiesa e i suoi pastori, vogliamo esprimere al s. Padre emerito tutta la nostra stima, la nostra amicizia e il nostro rispetto, per difendere la visibilità della Chiesa come è stata voluta dal suo Fondatore, senza cedere ai ricatti mondani, senza accodarci alle schiere di coloro che sono i maestri del sospetto, imitatori della tentazione satanica nel giardino dell’Eden.

E a coloro che vorrebbero una Chiesa dai connotati cambiati, sappiamo soltanto ripetere che non ci piegheremo, saremo con il Papa emerito Benedetto a rivendicare la Libertas Ecclesiae e l’annuncio di quella fede che sa educare ogni uomo a una misura alta.
La verginità per il Regno e il celibato sacerdotale non sono alla radice dei mali di cui si vorrebbe in qualche modo connivente papa Benedetto, bensì la garanzia di un rispetto di ogni persona e di ogni fanciullo o giovane che ci sono affidati.
Ben altra è purtroppo la radice del male, e questo grande uomo, in tutto il suo magistero, ce lo ha insegnato.

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