In memoria di Alfredo Errico
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Mentre scrivo queste righe il cuore è pieno di commozione e di gratitudine per l’amico fraterno Alfredo.
A distanza di dieci giorni dal suo ultimo ricovero, ci ha raggiunti questo messaggio della Comunità di Cambiago:
Venerdì 20 ottobre 2017 ha raggiunto la casa del Padre il nostro amico Alfredo Errico, da tempo gravemente malato. La sua vita, vissuta pienamente anche durante il periodo della malattia fino all'ultimo saluto è stata ed è un Avvenimento per tutti, in primis per la sua famiglia.
In queste ore si affollano i ricordi di una vita intensamente vissuta e condivisa in amicizia: la sua intelligenza vivace ed ironica; la sua bontà affettuosa, pacata e serena; la sua capacità di giudizio dettata sempre dall’amore a Cristo e alla Chiesa. E la presenza di lui operosa ed instancabile: nel lavoro, nella cura appassionata ed attenta per i suoi famigliari, nel Coro e nella vita di Russia Cristiana, nel volontariato al Meeting di Rimini, nell’attività culturale. Lo avevo coinvolto nel lavoro in Internet tramite il sito CulturaCattolica.it: si occupava del Calendario degli Eventi e del rapporto coi siti amici e con i blog, per cui era entrato a far parte anche della grande amicizia di SamizdatOnLine. Tutti lo apprezzavano per la sua presenza discreta e vivace, senza timore di fronte alle problematiche più scottanti, ma sempre equilibrata e saggia. E ora tutti lo piangono e lo ricordano con accorato affetto, anche grazie alla bellissima lettera del figlio Mattia, inviata a tutti gli amici nel giorno della sua morte. Così l’ha commentata don Gabriele:
Cari amici, se è certo il dolore per la morte di un amico, di tale umanità, è anche certa la consolazione che ci dà la fede, e ci danno le parole del figlio. Se un padre può educare così i figli, certamente potrà andare davanti a Dio con la certezza della misericordia. E i figli (e tutti noi suoi amici) porteremo nel cuore la sua testimonianza e il desiderio di vivere per la gloria di Dio, come ci ha sempre insegnato don Giussani. Veni sancte Spiritus, veni per Mariam!
Nella lettera, Mattia cita la frase di Prosperi alla Giornata di Inizio: “l’utilità della vita è corrispondere a Chi ti ama, è fare qualcosa che è utile per Chi ti vuole. Magari accettando semplicemente di essere, di dipendere da Chi ti fa essere ora (…). Per me ciò che determina l’utilità della vita è in quello che un Altro che ti fa essere vede in te, non è in quello che tu vuoi di te. E quindi la vita diventa utile quando diventa obbedienza”. Ed aggiunge:
L’aggravamento così repentino e inaspettato delle sue condizioni, davanti a tutti coloro che sono andati a trovarlo, metteva a nudo – proprio perché portato all’estremo – il mistero profondissimo della vita: noi non ci facciamo da noi, non siamo in grado di farci da noi. Stavamo riscoprendo dalla carne, dall’esperienza, quello che tante volte ci siamo detti: siamo fatti adesso, la vita è dono, è ultimamente mistero. Anzi, non solo non siamo in grado di farci da noi stessi, ma non siamo nemmeno in grado a volte (come questa volta) di individuare quale sia il vero bene per noi.
E allora “Che sia fatta la Tua volontà che è il nostro bene” era la posizione più ragionevole, che dava più ragione di tutto.
A Messa, quel venerdì, così recitava l’Inno ambrosiano dei Vesperi:
“Nella tua vigna, o Cristo,
ha faticato il servo:
ora non puoi negargli
la mercede promessa.
Tu, che mi hai dato il vigore,
mi doni anche il riposo;
da te, che sei fedele,
il premio aspetto nell’ultima sera”.
Con questa certezza nella resurrezione e nella misericordia, ringraziando per il dono di Alfredo, affidiamo il nostro amico alle mani del Signore che lui ha tanto amato.