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Il dio denaro

Fonte:
CulturaCattolica.it

Ho visto un video allucinante: suono di campane e il maestoso battistero di san Giovanni del Duomo di Firenze. Una folata di vento e poi un ritmo rockeggiante prende il sopravvento mentre veli colorati “vestono” di nuovo il Duomo. Sono i foulards dell’ormai scomparso Pucci che scendono vellutatamente sulle antiche mura che trasudano di preghiera. Le parole della canzone sono allusive e suggeriscono idee di questo tipo: qualcosa per guardare (finalmente) il Battistero in modo nuovo! Qualcosa per sentire una vibrazione nuova dentro le cose di sempre (oppure vecchie?). Certo il business qui è evidente. Il Battistero è in restauro e i costi elevatissimi, ma quanto avranno preso per permettere alla figlia di Pucci di “griffare” il monumento Dantesco in quel modo? Lo sterco del diavolo, è vero, da sempre concima la Chiesa, ma non stiamo esagerando? Non è dare le nostre perle ai porci?
Ognuno in internet dice la sua: apertura massima dei fiorentini, la città di Renzi si veste di nuovo, bravo Betori e così via! Ma c’è anche chi si riempie di sdegno, chi prega per l’anima degli uni e degli altri.
Anche io dico la mia: avranno anche risolto il problema economico del restauro, ma non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto il filmato con la folata di vento che spegne il suono delle campane e introduce la musica rock, che spazza via l’austera architettura del battistero dall’alto valore simbolico. Spazza via la lotta tra il bene e il male, simboleggiata dal bianco e dal nero dei marmi sostituendola con una improbabile gamma di colori che vanno dal giallo pallido all’arancio vistoso. La morte della finezza fiorentina. La morte della fede che ha prodotto quei simboli e quelle forme. Del resto nel filmato è molto chiaro: liberiamoci – finalmente del suono delle campane, ormai abbiamo la nostra musica. Liberiamoci del grigiore della fede e vestiamo di colori la città, i colori freak del Pitti Uomo.
Peccato solo che, quanti edificarono quel Battistero, i colori li avevano dentro mentre noi, che abbiamo bisogno di rompere con gli schemi, il grigiore lo abbiamo negli occhi.
Non mi è piaciuto il silenzio di chi doveva parlare. Dove sono i super protettori dell’arte? Dov’è quella soprintendenza scrupolosa e ossessiva che ogni qualvolta ti accingi ad intervenire su un’opera d’arte pone vincoli su vincoli e problemi su problemi? Dov’è Timothy Verdon che abita proprio lì sulla piazza del Duomo di Firenze? Dov’è la sana reazione cattolica gelosa del suo patrimonio? Il silenzio è pressoché unanime e la risposta è una sola: il Dio danaro ha un grande potere. Ed è l’unico potere che conta. Quella del Battistero coinvolto nel Pitti Uomo è solo l’ennesima riprova.

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