Famiglia: risorsa o nemico?
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Alcuni la additano come la causa di tutti i mali: personali e sociali. E di conseguenza fanno di tutto per indebolirla, esautorarla, espropriarla. Stiamo parlando della famiglia, trascinata sempre più spesso, a ragione e a torto, sul banco degli imputati. Nelle istituzioni europee ad esempio, “la teorizzazione sulla famiglia, in tutte le formulazioni possibili ed immaginabili purché non quella tra un uomo e una donna, ha raggiunto livelli di elaborazione talmente complessa da giustificare l’interrogativo sulla sensatezza delle istituzioni stesse”. (E. Chiappa - M. Mauro, Piccolo dizionario delle radici cristiane d’Europa, Ares). Sul tema della espropriazione educativa della famiglia è tornato recentemente anche Giorgio Israel, che dalle colonne di “Libero” (“Sesso a scuola? No, grazie”, Libero, 25 luglio 2008) ha denunciato il tentativo, surrettiziamente introdotto nella scuola, di organizzare “corsi di educazione sessuale” ed affettiva “ad opera di specialisti ideologicamente neutrali (come se potessero esisterne!)”, sostituendo di fatto con una “educazione di stato” la responsabilità educativa della famiglia in un campo estremamente delicato. Le aberrazioni di tale metodo sono state del resto ben documentate da un’indagine di Rodolfo Casadei su “Tempi”del 5 Maggio 2008 (“Un innocuo sapore di fragola. Il sesso chiedi e gusta spiegato ai ragazzini delle scuole medie”). Ed Israel ritrova le radici di tale prassi in una ideologia totalitaria: “si è diffusa come una gramigna nelle nostre società l’ideologia totalitaria che espropria la famiglia di ogni ruolo, persino della formazione affettiva, demandando tutto alla scuola e agli “esperti”: psicologi, pedagogisti, sessuologi, sociologi, ecc. La famiglia stessa viene assoggettata alle prescrizioni di questi ultimi e sempre più marginalizzata, intimidita e resa insicura”. Mentre c’è chi lavora per la sua disgregazione, lei, la famiglia, stanca di essere manipolata, denigrata, vessata, cerca di resistere: è l’esperienza di questi giorni in tanti luoghi di vacanze, spiagge o montagne, dove genitori, bambini, nonni vivevano una serena convivenza, una compagnia educativa semplice, fatta di gesti quotidiani, di momenti di distensione o di divertimento, di nuotate assieme, di capricci e di sgridate, di serate in pizzeria. E questo con gli anticorpi che la tradizione cristiana del nostro popolo conserva, nonostante tutto. E che diventano più consapevoli, più robusti e capaci di resistenza, laddove si moltiplicano i luoghi di educazione e di cultura nuova, come le vacanze comunitarie, in cui una amicizia tra famiglie, guidata all’attenzione reciproca, alla comprensione dell’arte e della natura, genera momenti di pura bellezza, con il richiamo della preghiera, il fascino dei gesti comuni, il canto, la convivialità...
“Se la famiglia è in crisi, la si sostenga con politiche opportune e si faccia di tutto per restituirle la fiducia e il ruolo di cellula costitutiva della società...” (G. Israel), con una fiscalità rinnovata, con la libertà di educazione. Chi gioca a sfasciare la famiglia non ci troverà mai al suo fianco.