Eugenio, il buon Samaritano
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Autostrada Adriatica, in viaggio verso Foggia, dove si sta preparando la visita del Santo Padre. Invano sulle stazioni radiofoniche cerchiamo notizie sulla visita del Papa in corso a Bethlemme. Invano, nessuno ne parla; a parte la politica e l’economia, notizie che imperano, il resto narra di stupri, morti, omicidi. Le buone notizie non fanno più storia, né sembrano più interessare a nessuno: la buona notizia sopra le altre, l’euangelion. Eppure pagine evangeliche se ne scrivono ancora, come quella capitata a noi proprio oggi di ritorno da Foggia. Dopo aver incontrato una parte della chiesa foggiana e aver parlato del Papa, del suo ruolo in seno alla Chiesa e in particolare del magistero, così straordinario in un tempo così difficile, di Benedetto XVI, ci siamo predisposti alla partenza. La mattinata ventosa è serena, già colma di un sole ardente, che alle 8 e 30 del mattino ci regala, subito, 23 gradi di temperatura. Partiamo e guardiamo con preoccupazione i quadranti del cruscotto; quello della benzina segnalava, già dalla sera precedente, la riserva. Mentre obbediamo scrupolosamente al navigatore satellitare per uscire dal dedalo di vie di Lucera aguzziamo gli occhi per avvistare un distributore. Guadagniamo una via assolata nel bel mezzo del Tavoliere delle Puglie: il panorama è di una bellezza folgorante, ma, ahimè!, davanti a noi la strada indicata dal navigatore è sbarrata, l’altra – unica possibile – si perde nella campagna e non promette certo un distributore a breve distanza. Ci fermiamo perplessi, il navigatore inutilmente sbraita di tornare indietro appena possibile, la preoccupazione ci assale e ci torna in mente la via di Gerico, assolata e solitaria. I briganti, se anche ce ne fossero, sono in questo momento le paure che ci assalgono, quella soprattutto di rimanere da soli a piedi, senza benzina in piena campagna pugliese, lontani da Lucera e da San Severo, gli unici due centri abitati della zona.
Armati di cartina cerchiamo di capire cosa convenga fare: se tornar verso Lucera o proseguire all’avventura incuranti delle rimostranze del navigatore. Passano due macchine, le uniche avvistate da che siamo in viaggio. Una ci sorpassa, l’altra – che già pareva averlo fatto – si ferma. Scende un uomo, giovanile, dal viso aperto, si accosta al finestrino e con aria comprensiva ci chiede: «Non sapete dove andare vero? Qui è franata la strada, però seguitemi».
L’amico sconosciuto ripiomba in macchina e si tuffa in una stradina sinuosa e solitaria in mezzo alla campagna togli fiato del Tavoliere. «Il benzinaio non è dietro l’angolo – ci aveva detto ridendo –, però ce la potete fare». La calma è tornata, la strada è lunghissima, il navigatore inservibile, ma il nostro buon samaritano ci ha dato più conforto di qualunque altro mezzo tecnico.
«E’ stato un piacere, sono Eugenio». Ci saluta così il nostro salvatore, con la semplicità di chi non sa di aver dato vita a una pagina di vangelo nella solitaria bellezza del tacco di Italia. Eu-genes, davvero una buona nascita, per noi davvero una buona notizia, una di quelle che nessuno racconta ma che ancora capita per grazia di vivere.
Con un rassicurante pieno di benzina imbocchiamo l’autostrada, finalmente! Il lettore cd dell’automobile ci offre la lettura drammatizzata dei Promessi Sposi. La parola provvidenza risuona più e più volte. Sì, la provvidenza c’è ancora, anche il Vangelo, nella nostra Italia. Forse il Santo Padre non è acclamato dai media o dagli ideologi di turno, ma il Papa ha un popolo che lo segue. Sono gli sconosciuti Eugenio che perdono tempo e cambiano itinerario per far vivere a qualcuno la bellezza del Vangelo.