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Editoriale - Avviso a me, cattolico

Fonte:
CulturaCattolica.it
"Non morirete affatto!... diventerete come Dio" (Gn 3,4-5)



E ci alziamo tutte le mattine, andando a lavorare con fatica, educhiamo i figli nelle mille peripezie di questi nostri tempi, facciamo i salti mortali perché i soldi non bastano, accogliamo gli svantaggiati e curiamo i malati, piangiamo con chi è nel dolore e gioiamo della felicità altrui, andiamo a messa e preghiamo, non uccidiamo né rubiamo, e cerchiamo malamente ma tenacemente di amare noi stessi (e quanto è difficile), gli altri e la vita.
Ma un oscuro male ci affligge: ciò è buono per noi, ma gli altri non possono capire.
E poi con tutto quello che ha fatto la Chiesa, meglio non provocare, dare testimonianza in silenzio, certo, ma senza esagerare.

No, non è per noi.
Che Dio si sia fatto uomo e sia morto in Croce non è per noi e basta.
In un mondo sazio e disperato, povero e disperato, malato e disperato, violento e disperato, arrogante e disperato, buono e disperato, non posso tenermi la speranza come una "cosa" mia.
Semplicemente perché facendo così, perdo anche io la Speranza.
Mi irrigidisco nel mio sforzo, e basta.
Ma la Presenza Viva della Speranza, il dolce Gesù Cristo, chiuso, tappato, ben custodito nel mio cuore, diventa estraneo a me stesso. Perché Lui desidera tutti.

Tutti. E tutti vuol dire tutti.
O il mio cuore lo porta, oppure lo perde.
O erompe da me o lo uccido in me.
Non si tiene un figlio nell'utero per amarlo tutta la vita. Lo si partorisce o si muore.
Certo poi si muore lo stesso, di amore per il mondo, per la realtà, per tanti che non sanno distinguere la destra dalla sinistra. Per tutti.

E di nuovo si insinua il dubbio: non è vero, "non morirete affatto". Se proprio volete credere, fatelo nel vostro cuore. E basta. Tenete tutto nascosto, e vivrete.
Anzi: sei un fondamentalista, perché vuoi obbedire a Dio, piuttosto che pensare con la tua testa.

E intanto il mondo decide di essere Dio, determinando la vita e la morte, letteralmente.
Inutile parlare, muoversi, farsi vedere, tanto non si cambia nulla, anzi magari molti si incattiviscono di più.
Ma Gesù è morto in Croce di fronte a tutti, scandalo per tutti: dicevano "come può salvare noi, se non salva se stesso?"

E mi chiedo: posso io non amare tanto da non gridare a tutti che la strada che si sta prendendo è sbagliata? Che decidere chi, come e quando un uomo può vivere o morire è la ribellione totale e definitiva? Possono i miei calcoli di opportunità farmi tacere?

No. Sono di Cristo perciò amo questa realtà che Lo vuole rifiutare, che pensa di fare il bene nel rendere la scelta personale l'unico criterio morale: fare figli come voglio, non farli, uccidere, chiamare famiglia qualunque rapporto in cui mi sento bene, decidere che è ora che tu, povero vecchio o piccolo bambino, debba morire.
E poi, soprattutto, fare soldi, comunque e ovunque, sempre e solo soldi, e con essi il potere.
Amo questa realtà malata perché la ama Cristo.
E non posso non tentare di strapparla dal male.
Innanzitutto perché io non posso sopportare il male, io che purtroppo faccio il male e che sperimento la rinascita della mia umanità nel perdono, non posso soffocare nel mio silenzio il grido di amore di Cristo per questo nostro povero mondo.

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