Condividi:

E se diventasse virale?

Così scrivevamo nel 2010, riportando le parole di Lucia Bellaspiga: «Massimiliano, e poi? Qual è il tuo cognome? Massimiliano tira su la mano destra e mostra tre dita, poi frega il pollice con l’indice, come si fa per mimare il denaro. E’ una risposta rebus la sua – il cognome è Tresoldi – ma non è un gioco: è il solo modo che ha per rispondere, dopo uno stato vegetativo durato dieci anni...


Max Tresoldi, Cavaliere di s. Agata a San Marino

Questo contenuto è fornito da terze parti (www.youtube.com). Per visualizzare il video è necessaria l'accettazione dei cookie di YouTube.
Accetta cookie di Youtube
Potrai modificare in futuro la tua scelta cliccando "Gestione Cookies" a fondo pagina.
Per saperne di più Ti invitiamo a leggere la nostra cookie Policy.

Il sonno profondo cominciato la mattina del 15 agosto 1991 (cinque mesi prima di Eluana), all’età di vent’anni, a causa di un incidente d’auto, e finito a Natale del 2000 con un’improvvisa carezza data alla madre che piangeva in un momento di sconforto: “Lo avevo messo a letto – racconta oggi Lucrezia Tresoldi nella sua casa alla periferia di Milano -, ero in crisi, ricordo che gli ho detto. “Ora basta, se vuoi questa volta una carezza dovrai darmela tu …”. Avevo gli occhi chiusi quando ho sentito la mano sulla guancia. Non posso esprimere che cosa significhi dopo dieci anni in attesa di un segno di vita.
Prima la gioia, poi il terrore di essersi illusa. “Invece il giorno dopo Massimiliano mi ha donato la più bella delle conferme: ha fatto da solo il segno della croce. Non potendo parlare riusciva a dirmi che era tornato”.

Ecco oggi come l'amore e la intraprendenza della mamma Lucrezia, del papà Ernesto e di una folta schiera di amici che lo hanno accompagnato quotidianamente lo hanno reso capace di comunicare.

Per capire la storia di Max