Crisi della Cultura e domanda religiosa
“La civiltà umana è entrata in un periodo di cambiamento epocale”San Marino, 3 maggio 2017

1. Un tempo di qualità speciale: il nostro.
“La civiltà umana è entrata in un periodo di cambiamento epocale” (K,7). Non è una novità assoluta. Chi abbia frequentato il Solov’ev del Dialogo dell’Anticristo, il Contadino della Garonna di Jacques Maritain o, laicamente, il 1984 di Orwell, è da decenni avvertito dei pericoli legati alla vittoria planetaria della secolarizzazione: essa, proprio nel momento in cui appare vittoriosa su tutte le culture e tradizioni religiose del globo, spalanca sotto di sé l’abisso del conflitto, dell’apostasia e della violenza. La differenza è che nel 1970 questa era coscienza di pochi: oggi nessuna mente fedele alla realtà dei fatti può ignorare questa crisi profonda, essenziale: e qui nasce tutto il nostro impegno: vediamo infatti crescere sempre più, anche vicino a noi, “muri di egoismo politico ed economico, senza rispetto per la vita e la dignità delle persone” (IM), mentre “La nostra coscienza cristiana… non ci autorizza a rimanere inerti di fronte alle sfide che richiedono una risposta comune.” (K, idem).
2. Il Cristiano, perseguitato speciale.
Il dato più paradossale di questo panorama di crisi globale è che di fronte alle grandi sfide ecologiche, economiche e sociali provocate dall’apparente trionfo della globalizzazione, si moltiplicano in tutto il mondo gli episodi di persecuzione del Cristianesimo inteso come realtà pubblica, culturale, etica e spirituale, e dei Cristiani. Seppellito l’ateismo militante del socialismo realizzato, “constatiamo che la trasformazione di alcuni paesi in società secolarizzate, estranee ad ogni riferimento a Dio ed alla sua verità, costituisce una grave minaccia per la libertà religiosa.” (K, 15), e questo accade quando “alcune forze politiche, guidate dall’ideologia di un secolarismo tante volte aggressivo, cercano di spingerli [i Cristiani] ai margini della vita pubblica” (K, idem).
Ma come cambia tutto ciò la nostra vita quotidiana? “I riduzionismi e tutti gli intenti uniformanti… condannano i nostri popoli ad una crudele povertà: quella dell’esclusione. E lungi dall’apportare grandezza, ricchezza e bellezza, l’esclusione provoca viltà, ristrettezza e brutalità” (CM)
3. L’Europa, spazio storico di civiltà.
Benché questa crisi si sia estesa a tutto il mondo, per noi, nell’antica comunità di San Marino, essa si confonde con la crisi dell’Europa, o meglio delle Istituzioni dell’Europa Unita con cui comunque San Marino ha scelto di creare rapporti nuovi, trasparenti e duraturi. Ma l’Europa cui ci riferiamo viene prima dell’Unione Europea, ne è la base storica ed antropologica: “Le radici dei nostri popoli, le radici dell’Europa si andarono consolidando nel corso della sua storia imperando ad integrare in sintesi sempre nuove le culture più diverse… L’Identità Europea è, ed è sempre stata, un’identità dinamica e multiculturale” (CM) Ed è proprio la tradizione classico-romana e cristiana ad aver costruito e reso possibile questo equilibrio fra identità ed apertura. Oggi questo equilibrio appare spezzato, e il suo fondamento storico e spirituale troppo spesso negato. Ci stupiamo se questa rimozione trasforma ogni contatto col diverso in una tragedia?
E già più di 65 anni addietro Konrad Adenauer intravedeva profeticamente le linee di frattura di una crisi epocale che allora solo i saggi scorgevano ed oggi vediamo tutti: “Il futuro dell’Occidente non è tanto minacciato dalla tensione politica (fra i blocchi…), quanto dal pericolo della massificazione, dell’uniformità del pensiero e del sentimento: in breve, da tutto un sistema di vita, dalla figa delle responsabilità con l’unica preoccupazione per il proprio io”
4. Gli obiettivi di una rinnovata presenza cristiana, qui ed ora.
- “L’Europa è un continente in crisi. E se vuole tornare ad essere una famiglia di popoli deve rimettere al centro la persona umana, continuare a realizzare forme di cooperazione non solo economica ma anche sociale e culturale” (IM)
- “Le chiese cristiane sono chiamate a difendere le esigenze della giustizia, il rispetto per le tradizioni dei popoli e un’autentica solidarietà con tutti coloro che soffrono” (K, 18).
- “Chiediamo a tutti di rispettare il diritto inalienabile alla vita. Milioni di bambini sono privati della possibilità stessa di nascere nel mondo. La voce del sangue dei bambini non nati grida verso Dio (Cfr. Gen,4,10).” (K, 21).
- “La famiglia è il centro naturale della vita umana e della società. Siamo preoccupati della crisi della famiglia in molti paesi” (K, 19).
- “Non vi sarà pace senza un’educazione adeguata delle giovani generazioni. E non vi sarà un’educazione adeguata per i giovani d’oggi se la formazione loro offerta n on sarà ben rispondente alla natura dell’uomo, essere aperto e relazionale. L’educazione diviene infatti sapienza di vita quando è capace di estrarre dall’uomo, in contatto con Colui che lo trascende e con quanto lo circonda, il meglio di sé, formando identità non ripiegate su se stesse” (AL)
- In sintesi, “Il confronto fra concezioni radicalmente atee dello Stato e il sorgere di uno Stato radicalmente religioso nei movimenti islamistica conduce il nostro tempo in una situazione esplosiva.. Questi radicalismi esigono urgentemente che noi sviluppiamo una concezione convincente dello Stato, che sostenga il confronto con queste sfide e possa superarle” (BEN).
5. Il ruolo essenziale del dialogo interreligioso.
Recentemente Papa Francesco, visitando l’Egitto e parlando alla Moschea di Al Ahzar del Cairo ha tessuto il miglior elogio della necessità del dialogo, della sintonia e della comune lotta culturale e spirituale delle religioni di fronte alle sfide del nuovo totalitarismo fondamentalista e del suo contraltare secolari sta; egli parla dell’Egitto, ma con l’occhio al Mediterraneo, alla penisola italiana ed al nostro territorio sammarinese non avvertiamo una profondità differente, “nella convinzione che l’avvenire di tutti dipende anche dall’incontro fra le religioni e le culture” (AL):
Nei secoli prima del Cristianesimo “In Egitto non è sorto solo il sole della sapienza; anche la luce policromatica delle religioni ha illuminato questa terra: qui lungo i secoli, le differenze di religione hanno costituito una forma di arricchimento reciproco al servizio dell’unica comunità nazionale. Fedi diverse si sono incontrate e varie culture si sono mescolate, senza confondersi, ma riconoscendo l’importanza di allearsi per il bene comune. Alleanze di questo tipo sono sempre più urgenti,. oggi” (AL)
Proprio su questo fronte il mondo cattolico Sammarinese, in piena sintonia con la tradizione di neutralità, terzietà e radicale comunitarismo cristiano che hanno dato vita alla Comunità sammarinese nei secoli, ha compreso di poter dare un proprio contributo. Ecco il Master in “Dialogo Interreligioso e Relazioni Internazionali”, ISSR A. Marvelli, Dip. Studi Storici dell’Università di San Marino – superamento contrapposizione fra cultura “laica” e “Cattolica” ottocentesca e provinciale; collaborazioni strutturate con ITA, ISIAO, Ca’Foscari VE, Alma Mater BO.
Aperto a tutti, credenti e non credenti, perché tutti oggi abbiam bisogno, di fronte alla fine non “del mondo”, ma certamente “di un mondo” di riscoprire la profonda verità non solo delle parole del papa e del Papa Emerito che ho citato, ma nel contempo di quel gigante della cultura del Novecento europeo che è l’architetto spagnolo Antoni Gaudì: «L’Originalità consiste nel saper ritornare alle origini».
Prof. Adolfo Morganti
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