Boffo, tra fango e perdono
- Autore:
- Fonte:

Ho appreso la notizia de “Il Giornale” sul caso Boffo. Non mi interessa affatto entrare nel merito della polemica, e credo che in molti siano letteralmente stanchi di queste notizie, figlie di una stampa-spazzatura che non costruisce più nulla, quasi godendo del male che vede.
Capisco la logica di Feltri: se tu parli male di altri, se vuoi moralizzare, allora devi avere le carte in regola dal punto di vista del comportamento. E’ la tesi di un interessante libro di Paul Johnson, Intellettuali, (Longanesi editore) in cui vengono messi alla berlina, per il loro comportamento privato, gli autori più stimati dalla cultura contemporanea: dalle manie esibizioniste di J.J. Rousseau (che era anche grande ed attivo esperto di autoerotismo) alla viltà di B. Brecht, che, per il successo e la carriera lasciò in carcere senza fare nulla per difenderla la propria moglie. Dice Johnson: se voi volete insegnare a noi come si vive, allora cercate di essere credibili con il vostro comportamento.
E Boffo? Ho detto che non mi riguarda né il suo comportamento né la verità delle accuse. Di una cosa però sono certo: se nella società la logica del perdono non diventa logica vincente, allora non c’è più spazio per l’uomo, per l’io, per la comunicazione, per la speranza.
Per esperienza confesso e mi confesso: ed è ciò per cui mi entusiasma fare il prete. Se non ci fosse la possibilità di ricominciare, allora la vita sarebbe paralizzata. Ho abbastanza anni per ricordare i “processi” delle Brigate Rosse. L’assenza di misericordia, il legare l’uomo al suo errore (reale o – più spesso – presunto) non ha portato a nessun miglioramento nella società, e, se loro avessero vinto, la nostra società sarebbe il lager della più cieca e violenta ingiustizia.
Per questo esprimo la mia vicinanza a Boffo, perché dove l’uomo è umiliato – fosse pure per un errore commesso – ci vuole un altro uomo che gli stia accanto.
La nostra civiltà cristiana ha prodotto capolavori di umanità per chi ha saputo fare tesoro della misericordia come condizione indispensabile della vita.
Senza questa certezza, la vita diventa realmente una barbarie, e la storia una scia di sangue.
Chiediamoci tutti che tipo di convivenza vogliamo, e traiamone le conseguenze: gettare il fango, sempre, ha solo un effetto, aumenta il fango, non genera pulizia.