“Se ci fosse un’educazione del popolo, tutti starebbero meglio”
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Quello che è successo il 12 maggio a Roma è di una evidenza tale da non poter essere manipolato. Anche se molti mass media hanno cercato di accreditare l’immagine delle “due piazze” (ma chiediamo: chi ha scelto di contrapporsi al Family Day? E quale ne è stato l’esito?), ed anche se ora tentano di rimuovere frettolosamente l’evento, era evidente dov’era e con chi stava il popolo italiano. Le domande di questo popolo non possono restare inascoltate, come spesso è accaduto in passato.
Una politica seria e vera non può non ascoltare il paese reale, non può far finta che i pochi di Piazza Navona abbiano in tasca la verità anche per i molti di piazza San Giovanni.
La Chiesa?
Richiama forte e chiaro i fedeli, ma nascondersi dietro l’ingerenza della Chiesa è solo demagogia.
La legge sul divorzio prima e quella sull’aborto poi, sono la dimostrazione che gli Italiani sanno sbagliare con la propria testa, che non hanno certo ascoltato i richiami della Chiesa in occasione di scelte importantissime.
Proprio per questo l’astensione degli Italiani dal referendum sulla Legge 40 e la presenza massiccia alla manifestazione “Più famiglia” o Family day, non possono essere considerate le espressioni di una massa che non capisce, che non sa, che è intollerante.
Ai politici chiediamo:
Ma ci avete visti?
Ma ci avete ascoltati?
Vi siamo sembrati una massa di idioti retrogradi incapaci di giudicare cos’è bene e cos’è male?
Quello che c’era a Piazza San Giovanni è il paese reale, quello che fa i conti con la fatica di essere famiglia, che lotta contro le detrazioni insufficienti, le deduzioni ridicole, gli indici ISE per le tasse universitarie, il costo dei libri scolastici, gli assegni familiari che, quando ci sono, non bastano nemmeno a comperare le scarpe di un intero anno.
Ma ci avete visti?
Ma ci avete ascoltati?
Chiediamo a tutti i politici, a chi c’era e a chi non c’era, a chi voleva esserci, ma ha preferito non farsi vedere, fatti, atti concreti, perché di parole ne abbiamo avute abbastanza, di insignificanti “contentini” non se ne può più, chi ama la famiglia, chi crede nella famiglia, lo dimostri.
Si liberi dalla sudditanza di quelli che erano in Piazza Navona.
Non possono quattro gatti arrogarsi il diritto di imporre il loro pensiero, il loro modello di vita a tutti.
Siamo stufi che ci impongano i loro fallimenti, che vogliano per legge far diventare normali modelli che sono i loro; liberissimi di viverli, ma non di imporli come modello per la società del futuro.
Siamo stufi del moralismo laicista, che mette all’indice chi avendo fallito con il proprio matrimonio non ha cambiato piazza, non sta con loro, ma continua a credere nella bontà e nella possibilità della famiglia formata da un uomo e da una donna.
Il popolo di Piazza San Giovanni non ci sta, e con loro molti che non c’erano ma che hanno mandato la loro adesione al forum: la famiglia è una garanzia per la società del futuro, è il luogo dove muovere i primi passi verso il domani, verso il diventare uomini.
Un altro grido sale alto da Piazza San Giovanni: “Se ci fosse un’educazione del popolo, tutti starebbero meglio”. Questa frase profetica di don Giussani esprime bene il desiderio, la necessità che questo popolo, per Grazia di Dio ancora vivo e vitale, sia aiutato e sorretto nel suo cammino educativo, nel suo bisogno di guide sicure. E non a caso le centinaia di migliaia di aderenti a Movimenti e comunità che gremivano, assieme a tutti gli altri, Piazza San Giovanni esprimevano, con grande serenità, una consapevolezza matura della posta in gioco. Per questo il Papa afferma continuamente la propria stima per i Movimenti: nella crisi dell’uomo d’oggi hanno mostrato di dare ragioni per il cammino della vita. In questo momento in cui, come ricordava Giancarlo Cesana, le eresie sulla vita diventano distruzione della vita, i Movimenti sono un dono grande, un cammino praticabile per una possibilità di vita più vera.