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Parola di Dio e libertà umana

Autore:
Oliosi, Don Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
Un’obbedienza alla Parola di Dio che non è attacco alla libertà ma sviluppa tutte le possibilità della nostra libertà

«Il Sinodo sta per finire, ma il camminare insieme sotto la guida della Parola di Dio continua. In questo senso, siamo sempre anche in “sinodo”, in cammino comune al Signore sotto la guida della Parola di Dio.
L’Instrumentum laboris aveva parlato di polifonia delle Sacre Scritture. E mi sembra possiamo dire adesso, nei contributi di questo Sinodo, abbiamo anche sentito una bella polifonia, una sinfonia della fede, con tanti contributi, anche da parte dei delegati fraterni. Così abbiamo realmente sentito la bellezza e la ricchezza della Parola di Dio» [Benedetto XVI, Saluto al termine del pranzo, 25 ottobre 2008].

E’ stata anche una scuola dell’ascolto. “Abbiamo ascoltato gli uni gli altri – ha osservato Benedetto XVI -. E’ stato un ascolto reciproco. E proprio ascoltandoci gli uni e gli altri abbiamo imparato meglio ad ascoltare la Parola di Dio. Abbiamo fatto esperienza di come sia vera la parola di san Gregorio Magno: la Scrittura cresce con chi la legge. Solo alla luce delle diverse realtà della nostra vita, solo nel confronto con la realtà di ogni giorno, si scoprono le potenzialità, le ricchezze nascoste della Parola di Dio. Vediamo che nel confronto con la realtà si apre in modo nuovo anche il senso della Parola che ci è donata nelle Scritture. Ci siamo realmente arricchiti. Abbiamo visto che nessuna meditazione, nessuna riflessione scientifica può da sé tirare fuori da questa Parola di Dio tutti i tesori, tutte le potenzialità che si scoprono solo nella storia di ogni vita. Così siamo realmente arricchiti. Non so se il Sinodo è stato più interessante o edificante. In ogni caso è stato commovente. Siamo arricchiti da questo ascolto reciproco. Nell’ascoltare l’altro, ascoltiamo meglio anche il Signore stesso. E in questo dialogo dell’ascoltare impariamo poi la realtà più profonda, l’obbedienza alla Parola di Dio, alla conformazione del nostro pensiero, della nostra volontà al pensiero e alla volontà di Dio. Un’obbedienza che non è attacco alla libertà ma sviluppa tutte le possibilità della nostra libertà”.
E’ una descrizione della metodologia vissuta dell’ascolto personale prima e quindi comunitario poi della Parola di Dio, esperimentando un’obbedienza che non è attacco alla libertà, ma che sviluppa tutte le possibilità della nostra libertà. Certo per capire questo sinodo ci sarà molto da studiare e tutti, ecclesiastici e laici, lo dovremmo fare. Ma nessuna meditazione, nessuna riflessione scientifica può da sé tirare fuori da questa Parola di Dio tutti i tesori, tutte le potenzialità che si scoprono nella creazione, nella storia umana, nella particolare storia di Israele con la testimonianza delle Scritture, nel Nuovo Testamento con il Verbo, la Parola in persona fatta carne, risorto presente nell’Eucaristia e che agisce sacramentalmente nel suo corpo, in vissuti fraterni di comunione ecclesiale autorevolmente guidata che è la Chiesa. Quindi non è tanto il sinodo da capire come interessante, ma il metodo commovente per il tema e il ruolo che la lettera di amore o immediatamente evidente o da scoprire che la Sacra Scrittura ha ricoperto o dovrà sempre più ricoprire in futuro all’interno della vita e della missione della Chiesa.
Tra i 253 Padri sinodali, di cui 32 nominati direttamente dal Papa, con 41 esperti e 37 uditori lavorare, camminare insieme sotto la guida della Parola di Dio non è stato scontato, è stato impegnativo, agli inizi anche un po’ duro come lo sarà, anche alla luce del documento post-sinodale, per tutta la Chiesa nella cui coscienza non è ancora entrata completamente una delle quattro più importanti Costituzioni conciliari cioè la Dei Verbum, per cogliere la Parola di Dio nel creato, nella storia umana, nella fede professata, vissuta e pregata in tutta la Tradizione, soprattutto celebrata nella liturgia. Cogliere, capire, seguire questa Parola di Dio, questa presenza continua del Verbo incarnato e risorto non accade in modo spettacolare da costringere cioè senza libertà e quindi senza amore. Ed è sempre in agguato la tentazione, anche nel vissuto ecclesiale, di prenderla ciascuno a modo proprio.
Sulla Bibbia a volte si è questionato troppo, ci si è fermati quasi esclusivamente sull’analisi storico critica, letteraria, pur necessaria, senza sviluppare altrettanto la dimensione spirituale, teologica della Lectio divina. Altre volte è rimasta ai margini, affogata tra le devozioni particolari, pur pastoralmente molto importanti a livello popolare a cominciare dai pellegrinaggi e dal rosario. La Sacra Scrittura in ogni famiglia non va dimenticata sugli scaffali o riservata agli specialisti del suo passato. Nell’incertezza di questo periodo storico e di questa società, con l’aiuto della certezza della fede completa della Chiesa che il Catechismo e il suo Compendio offrono, della sua chiarezza e bellezza che rendono luminosa la vita dell’uomo anche oggi, urge la prassi della Lectio divina in ogni famiglia. Essa si apre con la lettura coinvolgendo i figli, magari quotidiana, di un testo con l’interrogativo: cosa mi dice il testo, aiutati dalle note bibliche di un’esegesi canonica? Che cosa dice, meditandola, ruminandola, Dio a noi, a ciascuno personalmente? Pregandola che cosa diciamo noi, ciascuno di noi al Signore in risposta alla sua Parola oggi, in questo momento storico, con queste circostanze? E contemplandola in silenzio quale conversione della mente, dell’orizzonte di vita, del cuore?
Veramente Benedetto XVI rilanciando uno dei capisaldi della riforma conciliare racchiuso nella Dei Verbum dà la possibilità unica pastoralmente di riscoprire Dio al centro dei propri pensieri e delle proprie azioni in questo contesto di secolarizzazione, di relativismo imperante, di trasgressività etico – morale da evangelizzare. E’ stato lo stesso successore di Pietro a guidare la svolta di percezione della Parola di Dio soprattutto nella testimonianza delle Scritture che la Chiesa in continuità non può non richiedere, radicandola nella storia umana anche attuale nella consapevolezza della presenza del Risorto: è Lui che parla quando soprattutto liturgicamente si leggono le Scritture nell’annuncio, nella comprensione della catechesi, nella dimensione profetica dell’omelia.
Dal 5 ottobre, inizio del Sinodo quando la comunicazione sociale era tutta presa da una crisi finanziaria inattesa e sconvolgente, Papa Benedetto ha avuto il coraggio di riporre in Dio e nella sua Parola in Persona le basi di fiducia anche nel presente superando ogni tentazione idolatrica del denaro, pur necessario. E’ stata una svolta coraggiosa di prospettiva anche per la pastorale cattolica ad ogni livello.
In un secondo momento, il 14 ottobre, con un intervento a braccio di otto minuti, riportato dall’Osservatore Romano, durante il libero dibattito quotidiano, ha chiarito che occorre fare il salto di qualità perché il vissuto ecclesiale di comunione fraterna apostolico e missionario possa essere riconosciuto ecumenicamente e nel dialogo interreligioso e culturale da tutti come testimone dell’amore di Dio, leggendo, ascoltando, pregando, contemplando Dio, amico dell’intelligenza, che parla a ciascuno e all’umanità tutta. Ha chiesto l’urgenza di mettere insieme, sia a livello accademico per poterlo fare a livello pastorale, i due piani di comprensione, quello scientifico – noto ormai come metodo storico-critico – e quello spirituale e teologico, che aiuta a cogliere la Parola di Dio, Dio in persona che parla anche oggi come allora attraverso la fede soprattutto, anche se non esclusivamente,nella testimonianza delle Scritture.
I partecipanti dell’assemblea sinodale, come emerge dalle 55 proposizioni e dal lungo Messaggio del Sinodo al Popolo di Dio, se ne sono resi conto gradualmente, offrendo al Papa il materiale da far confluire in un documento per tutta la Chiesa e immediatamente, soprattutto con il messaggio, un testo da “studiare, approfondire, presentare” in fatti concreti.
Il messaggio lancia un obiettivo molto concreto: in ogni casa la sua Bibbia per una Lectio quotidiana da comprendere con il Catechismo e il suo Compendio per rendere familiare l’ascolto dell’unico libro dei 73 cioè il Cristo Crocefisso risorto, con una attenzione tutta particolare ai giovani da innamorare della Parola di Dio nello sviluppo educativo alla fede professata, celebrata, vissuta, pregata anche con la Liturgia delle ore. Si tratta di quell’essenzialità della fede con cui Gesù con le parabole rendeva semplici insegnamenti difficili.
La Parola di Dio ha spinto i Padri sinodali ad un appello per la giustizia e la pace nelle regioni d’Oriente: Terra Santa, Libano, Iraq, India.

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