NO allo squadrismo rosso. L'università deve rimanere luogo di incontro

Riporto questo chiaro giudizio di Peppino Zola sul suo profilo Facebook, sul quale vale la pena fermarsi e riflettere: “Stiamo tonando ai famigerati anni '70? Oggi pomeriggio all'università statale di Milano alcuni collettivi studenteschi di sinistra hanno impedito lo svolgimento di un convegno organizzato dalla lista "Obiettivo Studenti" dal tema "Accogliere la vita - Storie di libere scelte". Con urla, bestemmie e gesti violenti hanno fatto in modo che gli oratori previsti non potessero prendere la parola. Episodio molto grave. Esiste ancora la libertà di espressione del proprio pensiero (a difesa della vita) nel nostro Paese? Cosa ne pensano le autorità civili e quelle accademiche? Possibili solo le presenze di minoranze rumorose e violente? Bella testimonianza degli studenti accorsi per ascoltare gli interventi, che non hanno risposto alle volgari provocazioni. Importante che la libera presenza degli studenti possa ancora esprimersi e che "Obiettivo Studenti" non rinunci alla sua presenza a causa dei barbari. Tutti dobbiamo aiutare gli studenti ad andare avanti nella loro libera testimonianza, anche perché, in caso contrario, ne va di mezzo la nostra stessa vita democratica. E anche la testimonianza cristiana.”
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
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Non è la prima volta che apprendiamo notizie come quelle riguardanti le violenze all'Università di Milano, cariche di violenza e intolleranza, sembra che stia crescendo l'insofferenza per la libertà di parola e di pensiero.
Del resto, per chi ha vissuto il periodo del '68 e il tempo successivo, questa non è assolutamente una novità.
Personalmente ricordo gli inseguimenti, con le catene impugnate, che ho subito accompagnando alcuni universitari ai tempi del terremoto in Friuli...

Vengono in mente le parole di Pasolini su questa «generazione sfortunata» che non ha più padri, in balia di social il cui proposito non è la verità, ma lo sfruttamento (chissà che cosa si sarà imparato leggendo «Il capitalismo della sorveglianza» di Shoshana Zuboff? Pensare diventa una merce rara, purtroppo).

I giovani hanno bisogno di padri, e i padri hanno bisogno di ritrovare il senso della propria vita e la responsabilità della educazione.

RIPORTO IL COMUNICATO AI FATTI DELLA CLDS

MILANO, 27 novembre 2024

In data 26 novembre, presso la sede dell’Università Statale di Via Celoria 20 a Milano, si è tenuto un incontro organizzato dalla lista Obiettivo Studenti dal titolo “Accogliere la vita – storie di libere scelte”. L’inizio dell’incontro è stato caratterizzato dalla rumorosa presenza di membri di associazioni studentesche e collettivi che nei giorni precedenti l’incontro avevano minacciato di sabotarlo: Studenti Indipendenti, UDU, Rebelot, Cambiare Rotta e coloro che da settimane stanno occupando un edificio proprio in Città Studi. I membri delle associazioni sono entrati in aula dopo qualche minuto dall’inizio dell’incontro spingendo e facendo brutalmente cadere a terra un dirigente dell’Università degli studi di Milano. Una volta entrati, hanno messo in atto comportamenti prepotenti e molesti, come lanciare acqua agli organizzatori dell’incontro e staccare i microfoni e l’elettricità in aula, intonando cori minacciosi e offensivi nei confronti di chi ha organizzato l’incontro, urlando bestemmie e arrivando a minacciare personalmente una delle relatrici. Dopo 30 minuti in cui la situazione è rimasta invariata, sono stati costretti ad abbandonare l’aula più di trecento studentesse e studenti che durante l’intera aggressione sono rimasti dignitosamente in silenzio, in attesa di poter continuare il libero incontro senza minimamente reagire alle continue e brutali provocazioni ed invettive.


“Per noi l’università è, e deve rimanere, un luogo di libertà e di ricerca della verità. Ogni voce che voglia esprimersi, nel rispetto delle voci altrui, per noi è sempre stata un valore. Noi vogliamo un’università che sia un luogo vivace di libertà per tutti, in un mondo in cui la libertà è tutto fuorché scontata. Oggi chi si autoproclama portavoce dei diritti di libertà ci impedisce di parlare con metodi totalitari. È inaccettabile che ci sia qualcuno che, in modo autoritario e violento, decida chi può esprimersi in università e chi no, cosa si può dire e cosa no, cosa non si deve pensare e cosa va censurato. Oggi la libertà di espressione è stata negata a noi, e così è stata fatta violenza non solo a noi e a tutte le studentesse e gli studenti che volevano partecipare all’incontro, ma anche alla natura stessa dell’università, che è di libertà e dialogo. Calpestare la libertà di espressione significa decretare la morte dell’università e della nostra società. Chiediamo pertanto che tutte le persone libere, in particolare se rivestono ruoli di rappresentanza negli organi istituzionali del nostro ateneo, prendano posizione su quanto accaduto, perché oggi è stato negato, con violenza e prepotenza, un pezzo fondamentale di democrazia. Questa non è l’università che vogliamo. Noi ci impegniamo ogni giorno per costruire un’altra università”.