Salvaguardare la democrazia
A San Marino si riflette sulla democrazia.«Un'autentica democrazia non è solo il risultato di un rispetto formale di regole, ma è il frutto della convinta accettazione dei valori che ispirano le procedure democratiche: la dignità di ogni persona umana, il rispetto dei diritti dell'uomo, l'assunzione del «bene comune» come fine e criterio regolativo della vita politica. Se non vi è un consenso generale su tali valori, si smarrisce il significato della democrazia e si compromette la sua stabilità.» (Compendio...)
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Stavo riflettendo su questo Radiomessaggio di Natale 1952 di Papa Pio XII: «Là ove il demone della organizzazione invade e tiranneggia lo spirito umano, si svelano subito i segni del falso e anormale orientamento dello sviluppo sociale. In non pochi Paesi lo Stato moderno va divenendo una gigantesca macchina amministrativa. Esso stende la sua mano su quasi tutta la vita: l’intera scala dei settori politico, economico, sociale, intellettuale, fino alla nascita e alla morte, vuol farsi materia della sua amministrazione. Nessuna meraviglia quindi se in questo clima dell’impersonale, che tutta la vita tende a penetrare ed avvolgere, il senso del bene comune si attutisce nelle coscienze dei singoli, e lo Stato perde sempre più il primordiale carattere di una comunità morale dei cittadini».
A testimonianza che la fede cattolica sa leggere la situazione sociale, culturale e politica con realismo e avvedutezza.
E poi ho letto il Comunicato di Pasquale Valentini su quella che potremmo chiamare «crisi della democrazia» che si rivela in questi giorni e che è sotto gli occhi di molti sammarinesi.
Se desideriamo una autentica esperienza di democrazia credo che dobbiamo affrontare la questione in termini culturali, e con il desiderio di lavorare insieme per il bene comune: «…la dignità delle istituzioni democratiche è condizione perché cresca la fiducia dei cittadini nella partecipazione e nella ricerca del bene comune…».
Grazie a Pasquale perché ci ricorda, anche con la concretezza delle sue domande e dei suoi suggerimenti, che c’è un bene da salvaguardare e da difendere, e la via da percorrere è ardua e impegnativa e non ci sono mezzucci per risolverla. E grazie anche alle considerazioni di Lorenzo Bugli, proprio sul tema della democrazia: «Come giovane consigliere, sento il dovere di riaffermare che la democrazia non è solo una questione di maggioranze e opposizioni, ma di libertà, dialogo e condivisione. La libertà di espressione e il rispetto delle istituzioni democratiche sono valori irrinunciabili. Non dobbiamo permettere che l’uso improprio del potere o azioni di forza minino questo equilibrio…».
Penso che sia sempre più urgente lavorare insieme per costruire quella «civiltà della verità e dell’amore» tanto auspicata da Giovanni Paolo II, e che ha come condizione il rispetto nella libertà e nel servizio. Ma soprattutto che sappia ascoltare la voce di chi cerca un cammino comune, senza preclusioni né censure. Non sarà certo restringendo lo spazio del confronto e del dibattito che si costruirà positivamente la vita civile.
A questo proposito mi era sembrato un momento significativo l’invito del Coordinamento delle Aggregazioni laicali di San Marino a riflettere su alcuni temi irrinunciabili per una autentica esperienza di democrazia partecipata, a cui, però, purtroppo, mi pare abbiano risposto solo due formazioni politiche, il PDCS e RF.
E quello che poteva essere un tavolo di confronto, l’occasione di tavole rotonde televisive, di dibattito, di aiuto nella programmazione di un progetto condiviso…, è stata una occasione non valorizzata (non penso sprecata, perché c’è sempre la speranza che il cuore dell’uomo si lasci toccare dalla verità, nel suo desiderio di felicità e di bene).
Questa domenica la Chiesa cattolica propone, nella sua liturgia domenicale, un brano tratto dal libro dei Numeri: Mosè viene invitato a scegliere 70 anziani che lo aiutino nella guida del popolo. Tutti costoro ricevettero lo spirito per sostenere il cammino del popolo e si misero a profetizzare. Lo fecero anche Eldad e Medad, che però erano rimasti nell’accampamento, senza andare nel luogo di ritrovo. Allora “un giovane corse a riferire la cosa a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento». Allora Giosuè, figlio di Nun, che dalla sua giovinezza era al servizio di Mosè, disse: «Mosè, signor mio, impediscili!». Ma Mosè gli rispose: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo spirito!»”.
Sì, è proprio necessario che si ascolti la voce di tutti coloro che desiderano comunicare il bene per la comunità, e sappiamo per certo che ci sono tanti «Eldad e Medad» tra noi la cui voce deve trovare spazio e ascolto. Guai a chi impedisse loro di parlare, imponendo regole artificiose per garantirsi una sua privata sicurezza o per impedire il libero confronto, scegliendo l’ideologia del potere che soffoca ragione e dissenso.
Valentini e Bugli chiedono che la nostra realtà (sociale, culturale, politica, comunicativa) sia aperta al confronto. Di questo li ringrazio, perché non si perde mai nell’ascolto delle varie voci, là dove non prevalga la volontà di sopraffazione o di censura.
Del resto già san Benedetto così suggeriva nella sua Regola ai monaci (3,1-3): «Ogni volta che in monastero bisogna trattare qualche questione importante, l’abate convochi tutta la comunità ed esponga personalmente l’affare in oggetto.
Poi, dopo aver ascoltato il parere dei monaci, ci rifletta per proprio conto e faccia quel che gli sembra più opportuno.
Ma abbiamo detto di consultare tutta la comunità, perché spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore.»
L’esperienza di San Marino e la sua meravigliosa storia deve essere amata e rispettata come il servizio più grande che si possa fare all’umanità. Abbiamo un tesoro che non può essere disperso per meschinità o grettezza. Abbiamo un compito comune e qui non c’entrano maggioranza o opposizione: in questo contesto drammatico abbiamo tutti un compito irrinunciabile. Ciascuno al suo lavoro!
Siamo chiamati tutti a volare alto, a pensare in grande, a creare legami di bene, ad amare la libertà nella verità. E il compito, la nostra missione è affascinante.
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