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La fiera dell’ovvio (e anche dell’odio, con finta cortesia)

Fonte:
CulturaCattolica.it

Il Papa ha nominato un nuovo vescovo, successore di Mons. Caffarra a Bologna, e le penne più gettonate del sinistrismo ideologico si sono lanciate nell’elogio del «nuovo» (Imarisio arriva a definire Mons. Zuppi il «Bergoglio d’Italia») e nel facile abbandono a quella che si vorrebbe una damnatio memoriae sia il grande Card. Biffi che l’ugualmente grande Card. Caffarra.
Se facessimo l’antologia degli interventi non sfuggiremmo all’impressione di stare leggendo la Pravda sovietica o qualche giornale littorio capace di esaltare finalmente le doti del nuovo corso, in opposizione all’oscuro periodo precedente.
Basterebbe forse questa citazione di Melloni per rendere il clima: Caffarra «consegna al suo giovane successore una Chiesa che può riprendere su scala nazionale e internazionale una funzione di esemplarità evangelica e missionaria, una autorevolezza spirituale e non solo polemica».
E vai! Vecchio contro giovane, polemica contro autorevolezza, il tutto condito dalla «esemplarità evangelica»… piaggeria evidente (e qui altri sinonimi che esprimono bene la sensazione di chi legge questi articoli di giornale: adulazione, allettamento, cortigianeria, lusinga, servilismo) che sono sempre sintomo di pochezza intellettuale (quando non morale)
Oggi tutti si scoprono fedeli seguaci della Chiesa, del Papa, dei Vescovi, dopo avere insultato e schernito Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e lanciato strali contro Biffi e Caffarra.
Idillio a prescindere e odio a prescindere. Basterebbero ancora queste poche righe di Melloni per denunciare un servilismo da un lato e una villania dall’altro a prova di bomba: «Ora che prende in sposa la Chiesa di Bologna — ogni vescovo è «vicario di Cristo», come sposo vicario della sposa di Cristo — il lungo fidanzamento che l’ha formato cessa e diventa una origine che don Matteo non rinnegherà (perché mai dovrebbe?) e che non lo influenzerà. Ogni persona esperta — e don Matteo è uomo esperto — sa che la Chiesa di Bologna è una Chiesa «papalina»: con un clero impermeabile nella sua santità e nella sua pragmaticità. Federazione di paesi che oggi prende il nome di città metropolitana, Bologna ha una Chiesa fatta di botteghe «spirituali» che si ignorano in un vivi e lascia vivere metodico. Se il vescovo viene ad occuparsi di loro gli aprirà la porta, e forse gli lascerà fare almeno il tentativo di fare delle botteghe una chiesa. Se viene a far altro lo lascerà fare (lo si è visto con Biffi) e farà quel che ha sempre fatto, con un disciplinata indifferenza, aspettando che si stanchi, si arrenda, vada via o crepi…». E se a crepare fosse finalmente l’arroganza spudorata dei cortigiani? A differenza di costoro, mai né BiffiCaffarra hanno avuto bisogno, per la loro testimonianza e il loro servizio pastorale, di tali scrivani.

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