Perché l’Ucraina distrugge i monumenti sovietici
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Quando nel 1917 i sovietici presero il potere in Russia, per prima cosa si preoccuparono di distruggere tutta la simbolica del passato … Così nel 1945 quando la coalizzazione anti Hitler vinse la guerra, la prima cosa fu eliminare i simboli del nazismo.
Così nel 1991 la Lituania, la Lettonia e l’Estonia … Per esempio, se passeggiate per Praga non vi accorgete che la città, per quasi cinquanta anni, fu bolscevica.
Il simbolismo ha una grande importanza. Prendiamo per esempio la Chiesa. Tutta la religione è costruita su simboli. La realtà non si vede, ma i simboli sono la presenza di realtà invisibili. Da noi, dopo il 1991 la sfera simbolica quasi non è mutata. Lenin è rimasto nel suo mausoleo, il nome delle vie, della piazze, delle città in genere sono rimasti come prima sotto l’URSS. Questo significa che anche nel significato spirituale da noi, in un certo senso, siamo rimasti in un paese sovietico. Come succede per una ragazza che studia all’Università: lei si sposa, cambia il cognome di famiglia, ma sostanzialmente rimane ancora come una ragazza universitaria. Ciò che hanno incominciato a fare in Ucraina è una cosa molto importante. Si tratta di un tentativo di farla finita con il passato sovietico e costruire un nuovo paese; allacciandosi, in una certa misura, a quella Ucraina che era prima della rivoluzione.
Se non vogliamo agganciarci al passato sovietico dobbiamo liberarci dai suoi simbolismi. Un quarto di secolo fa ci furono degli avvenimenti che sembrava avessero distrutto il potere sovietico, ora in Russia il recidivo sovietico sembra non si limiti ad innalzare monumenti a Stalin, ma voglia riprendere ovunque la simbolica sovietica. Da questo indirizzo derivano i richiami al sistema totalitaristico e alla censura. Se non ci liberiamo dal passato, il passato ritorna.
Quando giorni or sono hanno eliminato il monumento a Ordz’onikidze, molte persone rimasero perplesse. Certamente Ordz’onikidze è considerato un personaggio positivo del paese, dove, durante tre generazioni ha regnato il potere sovietico che ha lavato il cervello alla gente. Ma in sostanza fu uno dei più terrificanti collaboratori di Lenin, terribile invasore che organizzò esecuzioni di sangue nella repubblica della Georgia.
Naturalmente occorre conoscere la storia e in nessun caso è lecito trascriverla. In Germania, per esempio, gli scolari sono portati a Dachau e a Buchenvald e presentano a loro il razzismo come il più grande disonore e tragedia del popolo germanico. E questo periodo viene presentato come totalmente negativo e considerano eroi soltanto quelli che hanno combattuto contro il razzismo. Così anche il periodo sovietico non deve essere dimenticato, ma occorre comprendere da quale angolo di vista deve essere guardato. Il numero maggiore di quelli che inneggiano a Lenin e a Stalin non hanno nessun valore artistico. Naturalmente ci possono essere delle opere di illustri scultori che devono essere conservate in museo. Ma ogni volta che vado in piazza Kaluz’, mi volto dall’altra parte per non vedere il monumento di Lenin. Da noi il presidente afferma che il duce era uno spione tedesco ed è per questo che le sue immagini si trovano in ogni angolo. Il popolo ha semplicemente dimenticato di capire ciò che è buono e ciò che è cattivo…
Secondo la legge è dovere liberarsi dai monumenti e rinominare vie e piazze entro sei mesi. Fatto questo, tutta la simbolica sovietica di un tempo può servire alle esposizioni nei musei, nelle mostre, nei testi scolastici e in altri materiali formativi.
Andrej Zubov, docente universitario, Russia. 14 aprile 2015