Perché travestirsi da mamma orsa per salvare il cucciolo
Trovare un orsetto di 3 mesi, senza mamma, fa tristezza, ma, proprio la sua età potrebbe salvarlo. Accade nel parco nazionale d’Abruzzo dove il cucciolo d’orso è stato trasportato al ricovero veterinario del Centro visite di Pescasseroli. È lì da una settimana. Sta bene, è cresciuto. Ma la cosa interessante e importante è come gli operatori hanno, con competenza, deciso l’approccio col cucciolo. Si travestono da orso (foto Valentino Mastrella/Pnalm), indossando una grande, pelosa, testa finta d’orso adulto. Commuove vedere il piccolo che beve latte dal biberon e guarda dritto in faccia quel testone. Sentimenti a parte, vediamo le basi scientifiche di quella scelta. L’età del cucciolo rientra in quel periodo sensibile per l’imprinting. È noto infatti che in quella fase speciale dello sviluppo le esperienze compiute saranno determinanti per il corretto comportamento nella vita adulta. L’imprinting dunque è una forma d’apprendimento precoce che offre all’animale la massima probabilità di fare la giusta esperienza. Nel periodo sensibile i nuovi nati potranno essere «imprintati» in modo corretto e non incorrere così in anomalie nei loro comportamentali da adulti. Penso all’immagine di Lorenz, premio Nobel per l’etologia, immerso in acqua seguito dalle oche «imprintate» su di lui. Un’icona delle scienze del comportamento. So per esperienza che in qualcuno questo modo di operare con gli animali suscita ilarità. Spero che il riso si tramuti in accresciuta consapevolezza sapendo che ogni cucciolo, uomo compreso, si specchia in chi ha di fronte e che quello è il suo mondo e sarà il suo modello per la vita. Un ultimo pensiero per mamma orsa che, se viva, starà vagando disperata alla ricerca del suo cucciolo. Non sa come si stanno prodigando per farlo crescere bene, nel corpo e nella mente.
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