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#Gender: ragioni e non slogan

Fonte:
CulturaCattolica.it
Queste brevi note sono l’inizio di un testo articolato e documentato, che fornisce materiale di confronto e aiuto per una posizione ragionevole. Non amiamo parlare a slogan, bensì forniamo ragioni per un confronto. E questo confronto è proprio ciò che manca in questi tristi tempi.

sulla questione scolastica. A tal proposito, esiste già un disegno di legge che si chiama ddl Fedeli, il cui titolo è già un programma: “Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università”. Anche i titoli degli articoli di legge sono un “genderata” unica.

Nella Relazione del ddl possiamo leggere che è necessario arrivare alla «decostruzione critica delle forme irrigidite e stereotipate attraverso cui le identità di genere sono culturalmente e socialmente plasmate, stimolando al contempo l'auto-apprendimento della e nella complessità». Proviamo a tradurre dal cripto-politichese: occorre superare lo schema uomo-donna perché vecchi stereotipi culturali e sociali e stimolare nell’alunno il riconoscimento dell’identità di genere attraverso quei modelli comportamentali già presenti nella società. Modelli che non possono essere semplicemente quelli del binomio “maschio-femmina”, ma sono più complessi, più variegati, più sfumati così come sono più complessi, variegati e sfumati gli orientamenti sessuali delle persone. Abbattuto il decrepito, perché vetusto, argine del sesso biologico si spalancano le porte alle infinite e nuove variabili del sesso ideologico: gay, bisex, transessuali, transgender, asessuali, etc.

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