«Il prezzo da pagare. Un uomo e la sua famiglia in fuga dall’#islam»
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Ho letto recentemente il libro «Il prezzo da pagare. Un uomo e la sua famiglia in fuga dall’islam» edito da San Paolo. Sul web si trovano buone recensioni di questo testo affascinante e commovente, e credo che sia utile per tutti, anche in questi giorni drammatici, leggerlo con attenzione. Rimette al centro del nostro interesse la bellezza del cristianesimo e il cammino della conversione. C’è una pagina iniziale che mi preme sottolineare, perché suggerisce il metodo cristiano con freschezza e chiarezza. Si trova qui indicato il cammino che può portare alla fede, quel cammino che don Giussani indicava spesso con le parole di Kierkegaard: «Ci si prepara a diventare attenti al cristianesimo non con la lettura dei libri, né con le prospettive storico-mondiali, ma attraverso l’approfondimento nell’esistenza» (Post-scriptum)
L’autore così descrive l’incontro con il cristiano Massoud di cui era diventato involontario compagno nella caserma irachena: «Preso un po’ alla sprovvista, decido tuttavia di informarmi un po’ di più sulla religione del mio compagno al fine di convincerlo della superiorità dell’islam.
«Dimmi, Massoud, i cristiani hanno anche loro un libro come il Corano?».
Ho un’idea che mi frulla per la testa. Nelle mie intenzioni, se la risposta sarà negativa come credo, sarà molto più facile convertire quell’uomo, che non avrà nulla da opporre al mio sacro Corano, la rivelazione di Allah ispirata a Maometto.
«Certo - ribatte lui con mia grande delusione - noi cristiani abbiamo la Bibbia, che comprende due libri, l’Antico e il Nuovo Testamento».
Pare che l’impresa si annunci più difficile del previsto! Nel mio slancio missionario, non mi lascio smontare per così poco. Riflettendo per qualche istante, arrivo alla conclusione che sarà sufficiente aggiornarmi su questo libro dei cristiani per superare gli ostacoli che ancora si frappongono al riconoscimento di Massoud dell’incontestabile superiorità dell’islam. Nuova doccia fredda sul mio entusiasmo.
«Per ora non voglio ancora darti la Bibbia, in ogni caso non subito», tergiversa. «Ti faccio prima di tutto una domanda, una sola, e ti chiedo di rispondermi con franchezza».
Turbato, anzi, sconcertato da quella totale mancanza di cooperazione, acconsento fiaccamente facendo “sì” con la testa, senza proferire parola.
«Hai il Corano?».
«Certo - protesto - mi prendi per un miscredente o per un cattivo musulmano?».
«Ma ce l’hai qui? L’hai veramente letto?» insiste Massoud con delicatezza.
«Ti ripeto che l’ho letto, e l’ho letto anche interamente in tutti questi anni, durante il Ramadan che dura trenta giorni...».
«E pensi di aver capito il senso di ogni parola...? Di ogni versetto?».
La domanda mi trafigge come un dardo infuocato, e mi scuote. Rosso in volto per l’imbarazzo, non trovo nulla di intelligente con cui replicare, toccato sul vivo su un nervo scoperto. Infatti, gli imam mi hanno sempre insegnato che la lettura del Corano ripetuta e ripetuta sarà ricompensata nel giorno del giudizio assai più della comprensione del testo. E ancora: l’atto del decifrare una sola lettera permette di progredire in bontà di fronte a Dio e di ottenere dieci indulgenze, anche se non si è capito il significato della parola tutta intera. Con questa prospettiva il musulmano è certo di raggiungere il paradiso, non c’è bisogno di avere paura di non aver capito! Come spiegazione i religiosi sostengono che il Corano è un libro complicato, ed è per questo che gli imam compiono studi di lingua e di dottrina molto lunghi e impegnativi. Al principio, questo ragionamento del clero mi aveva convinto, aveva soddisfatto la mia curiosità e, assai più insidiosamente, aveva giustificato la mia pratica superficiale dell’islam. Non avevo indagato molto al di là del mio naso, oltre ciò che avrebbe potuto turbare il mio ingenuo conforto religioso.
Di fronte al mio silenzio Massoud sfrutta il suo vantaggio e mi propone un patto: «Se vuoi ti porterò il Vangelo, d’accordo, ma pongo una piccola condizione: tu dovrai prima rileggere il Corano, cercando veramente di decifrarne il senso con la tua intelligenza, e cerca di essere sincero con te stesso, non barare...».
Non mi sarei davvero aspettato una risposta del genere quando avevo iniziato la discussione sulla religione con Massoud. Ed eccomi in trappola, con stupore e costernazione…».
Questo è il metodo cristiano. La testimonianza dell’autore (il cui pseudonimo, per ragioni di sicurezza, come scoprirete leggendo questo straordinario libro, è Joseph Fadelle) ci mostra la sua efficacia.