Gli obiettivi totalitari dei Diritti Sessuali e Riproduttivi
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Fu al Cairo che nacquero espressioni come “salute riproduttiva” e “diritti riproduttivi”, inizialmente applicati all’aborto e all’uso di anticoncezionali e poi estesi a tal punto da dare il via ad una vera rivoluzione culturale.
Tra gli altri interventi inseriti nel “Bollettino” segnaliamo l’articolo dal titolo LA PIATTAFORMA E LA STRATEGIA POST 2015 DEGLI AGENTI DEL “DIRITTO ALLA SALUTE SESSUALE E RIPRODUTTIVA” a firma di Marguerite Peeters, Direttrice dell’Istituto interculturale Dialogue Dynamics di Bruxelles. La Peeters è tra i massimi studiosi mondiali di questi processi e di recente ha pubblicato in Italia il libro “Il Gender, una questione politica e culturale” (San Paolo, 2014).
La Conferenza del Cairo si è conclusa solo ufficialmente nel 1994, da allora è stata elaborata e messa in atto una Piattaforma d’azione che avrebbe dovuto estendersi fino al 2014, ma che in realtà è stata ampiamente prolungata. Per realizzarla, gli Agenti dei Diritti alla Salute Sessuale e Riproduttiva (Dssr) hanno lanciato un processo chiamato Cairo beyond 2014 che intende portare a massimo compimento ciò che è stato iniziato durante la Conferenza del Cairo.
Nel suo articolo la Peeters, con disarmante chiarezza, ci spiega chi sono gli Agenti del Dssr, quali sono i loro obiettivi e le strategie che intendono adottare per andare avanti nel loro progetto mortale.
I partner del diritto alla salute sessuale e riproduttiva sono a un punto di svolta. Pur sostenendo che i loro risultati finora sono stati grandi, essi lamentano anche che siamo ancora lontani dal loro obiettivo totalitario – “l’accesso universale alla salute riproduttiva”.
I visionari del Cairo che avevano stabilito che i Dssr avrebbero dovuto diffondersi orizzontalmente a tutti gli individui, in tutte le culture e le religioni, continuano a rivendicare “di più” all’interno della stessa agenda. Essi sono determinati a sfruttare la transizione in corso verso un nuovo contesto globale per accelerare il ritmo di attuazione, rafforzare i mezzi e i controlli sui governi e su tutti gli “investitori”, in modo che essi rispettino i loro presunti “impegni” con i Dssr.
Quattro sono i loro obiettivi.
I partner dei Dssr vogliono espandere notevolmente l’accesso ai contraccettivi soprattutto nei Paesi più poveri e nelle fasce di società più deboli; vogliono che i diritti umani, compresi i loro diritti sessuali e riproduttivi, siano considerati come la struttura base del programma di sviluppo post 2015.
Gli agenti Dssr vogliono promuovere e approfondire l’integrazione dei Dssr, inserendoli per esempio dentro i concetti di assistenza sanitaria di base, salute degli adolescenti. parità di genere, cambiamento climatico…; infine vogliono «creare culture di accettazione», da loro definite «un ambiente favorevole per la parità di godimento dei diritti [riproduttivi e sessuali] di tutti», e questo attraverso l’infiltrazione informale e furtiva nei programmi scolastici, nei media, nella sanità, o creando partnership con le comunità religiose.
Si tratta di una vera e propria “rivoluzione culturale” che è avvenuta non per una presa di potere formale, ma attraverso una rivoluzione politica silenziosa che si è mossa facilmente in avanti incontrastata e incontrollata, dal cuore della democrazia e delle sue istituzioni.
Impossibile prevedere a oggi se gli Agenti riusciranno alla fine a portare a compimento i loro obiettivi. Se da una parte, conferma l’Autrice, gli agenti transnazionali della rivoluzione sessuale stanno cercando di dare al loro processo sovversivo un ulteriore slancio, sia in senso orizzontale (“universalmente”, a tutti i popoli) che verticale, dall’altra parte una massa di persone nel mondo ha iniziato a manifestare un’opposizione pubblica alla rivoluzione. L’opposizione alla loro agenda aumenta globalmente con l’aumentare delle persone che diventano consapevoli di ciò che essa nasconde.