In tv primo spot gay friendly – e risposte
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Abbiamo detto sul CulturaCattolica.it che «il boicottaggio del marchio la dice lunga sull'idea di libertà a senso unico, di certe associazioni». Ora, dopo la pubblicità Findus, Sammontana (e chissà quante altre in corsa per il premio gay friendly) come provocazione abbiamo lanciato lo slogan #boicottafindus e #boycottfindus e… apriti cielo! La solita inocoerenza dei preti, la condanna dell’oscurantismo, ecc. ecc.
Come sempre i «benpensanti» (cioè gli omologati di ogni risma) si ritengono i padroni del vapore, danno loro sì patente di democrazia e rispetto dei diversi… ma con una differenza: che avendo dalla loro il potere, quello che per noi è battuta ironica per loro diventa diktat a cui si apprestano moltissimi gonzi ad obbedire.
Mi piacciono i bastoncini Findus, e se non li comprerò è per ragioni di pura salute (cioè di digestione). Al gelato Sammontana preferisco quello artigianale (sono per i gusti genuini e non amo molto i conservanti). State tranquilli! Non spenderò molto per la campagna di boicottaggio.
Però mi sento in diritto di dire – e lo dirò sempre – che il rispetto per le persone non implica l’accettazione del matrimonio gay né, tantomeno, delle adozioni per coppie omosessuali.
E soprattutto ritengo che un buon cuoco sia chi sa cucinare, e non chi sa mettere nel forno a microonde i cibi già preparati. Perché la famiglia naturale sta alla cosiddetta famiglia gay come un buon cibo preparato da un cuoco (o meglio da un familiare) sta alle confezioni preconfezionate di cibi «artificiali».

Tempo fa abbiamo visto alcune pubblicità tailandesi che mostravano una stima infinita per le donne. Ci siamo commossi. Mostravano l’affetto e il sacrificio di una giovane studentessa universitaria per una bambina trovata in una discarica e accolta con amore di madre, la forza d’animo di una mamma che, avendole i medici diagnosticato un tumore, preferisce la vita di chi porta in grembo alla sua, e infine una donna «in carriera» che preferisce dedicarsi ai bambini soli (forse orfani) che il proprio prestigio e successo.
Di fronte a queste pubblicità, decisamente controcorrente, ci siamo stupiti, perché ci è parso che da un mondo così avvezzo al solo profitto venisse un messaggio semplice e profondo: «Anche attraverso il lavoro della comunicazione si può mandare un segnale positivo».
Che dire allora di questa nuova forma di pubblicità, iniziata da Findus, continuata da Sammontana e chissà fin dove arriverà? |
Semplicemente una cosa: le lobbies gay sono ultrapotenti, vogliono trasformare la mentalità degli uomini in modo surrettizio (pensate al disgusto per la cosiddetta pubblicità subliminale), imponendo modelli di comportamento perversi. Cercano di fare questo con le leggi, con le trasmissioni televisive, con la pubblicità (non “progresso”, niente affatto…), mostrandoci outing e autoaccuse. Non potremo dimenticare l’infame spettacolo di Barilla che ha dovuto ritrattare pubblicamente le sue affermazioni a favore della famiglia tradizionale, composta da un uomo e da una donna, per impegnarsi a sostenere le posizioni omosessualiste.
E quando questi spettacoli indegni dell’umanità ci sono stati propinati dal comunismo cinese e sovietico o dagli jihadisti forse abbiamo capito che erano violenza gratuita. Perché non sappiamo più reagire di fronte a questa continua invasione delle coscienze?
«Venga il tempo dei cuori che si infiammano» cantava il poeta. Dovremo aspettare ancora tanto?