Da "politicamente corretto" a "politicamente corrotto"
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"Per onestà intellettuale, occorre smantellare gli equivoci linguistici che nascondono la realtà dei fatti: dal punto di vista descrittivo, con la retorica del dono si dimentica che i cosiddetti donatori di gameti sono i reali genitori. Del resto, a smentire la categoria del dono, basta ricordarsi che si parla di “banche del seme". (A. Pessina, Avvenire, 11/04/2014)

Il "politicamente corretto" in buona parte va definito più appropriatamente come "politicamente corrotto".
E' innanzitutto una questione di linguaggio con cui possiamo divertirci un po', legittimamente.
Chi ha introdotto in Europa questa cultura si pavoneggia di questa espressione, e la espone come un palloncino volante, colorato ma vuoto.
A me sembra che molte volte il "politicamente corretto" sia decaduto, come i metalli radioattivi, in "politicamente corrotto".
Sostituire alla "e" di corretto la "o" di corrotto, potrebbe essere la puntura di spillo che fa scoppiare il palloncino, senza far male a nessuno.
Non è che vada rifiutata in toto la terminologia "corretta".
Credo ad esempio che, dire "operatore ecologico" anziché spazzino, sia una cosa buona che infatti si usa tranquillamente.
Se uno ci riesce, può dire "lavoratrice del sesso" anziché prostituta, e questo è a piacere.
Ma quando si parla di questioni di fondo, della vita e della morte, allora non si può più scherzare con le parole.
Allora, così come è difficile decidere, è difficile anche definire, usare termini come eutanasia.
Perché non dobbiamo mai dimenticare che i nazisti nei campi di sterminio di Auschwitz e Dachau facevano gli esperimenti di quella che definivano "eugenetica", per una razza buona.
Ed allora sì che possiamo, e forse con la dovuta prudenza dobbiamo, dire che certe scelte sono più corrotte che corrette.
Giovedì 11 aprile 2014 in santa Marta, papa Francesco ha parlato di dittatura del pensiero unico.
Erano appena state pronunciate due sentenze sulla inseminazione eterologa e sulla registrazione di un matrimonio gay avvenuto all'estero.
Sappiamo che in Italia una parte della Magistratura si è fatta paladina delle minoranze che si percepiscono discriminate, e che emette sentenze in correzione della legislazione.
Io dico che quella parte della Magistratura ha sbagliato sia nel merito che nel metodo.
Nel metodo perché è al Parlamento democratico che spetta legiferare, soprattutto sulle questioni fondamentali, e quei magistrati sono entrati in campo a gamba tesa.
Nel merito perché la legislazione vigente è chiara e il magistrato deve giudicare in base ad essa, non sulla base di interpretazioni soggettive.
E' stato applicato un "politicamente corretto" che a mio parere è parte del pensiero unico corrotto.